L’EREDITA’ DI DONADONI

Il presidente è finalmente insorto. Ha fatto la voce grosso Aurelio, da buon padre di famiglia. Si è scagliato contro il vecchio staff, a suo dire reo di una condizione fisica deficitaria. I continui crampi, gli improvvisi cali di forma nella ripresa, l’insofferenza patita contro squadre fisicamente superiori: è bastata una scintilla per accendere il vulcanico patron azzurro. Se l’inverno è stato fino ad ora clemente, di certo non lo sarà nei prossimi mesi. I campi fangosi e pesanti accentueranno senza ombra di dubbio le fatiche dei calciatori che dovranno essere bravi a dosare le energie per non incorrere in prestazioni altalenanti. Un rischio non preventivato da Donadoni, ma soprattutto dall’ex preparatore atletico azzurro Giovanni Andreini, sul quale indirettamente sono cadute le accuse del presidente. Con l’esonero di Donadoni, infatti, hanno lasciato la società azzurra tutti gli uomini di fiducia del tecnico bergamasco, subito rimpiazzati dallo staff di mister Mazzarri. Se per qualcuno potrebbero apparire normali i crampi patiti da Rullo nella sfida con il Cittadella, ben altra considerazione bisogna dare ai problemi fisici dei vari Quagliarella, nella gara interna contro la Lazio, e Pazienza, nell’ultima sfida con il Parma. I due giocatori sono stati spesso schierati nell’unidici di partenza, sia da Donadoni che da Mazzarri, e si presume che quindi abbiano i 90 minuti nelle gambe. Ma ai più appare vero il contrario. Sempre molli, mai straripanti: non li accomuna certo la brillantezza che è lecito aspettarsi dopo un mese di preparazione. Ma non siamo i soli ad evidenziarlo, viste le parole del presidente. Il lavoro del neo preparatore atletico Giuseppe Pondrelli è ora più che mai sotto la lente d’ingrandimento di tutta la piazza. Cercare di confrontare metodiche e programmi di allenamento in questo periodo non è certo corretto.

Chiunque abbia giocato a calcio sa benissimo che la condizione di dicembre non è altro che il frutto dell’intenso lavoro svolto ad agosto. Ad oggi le soluzioni a questo problema sono ben difficili da trovare. Infatti un carico di lavoro maggiore potrebbe avere effetti compromettenti per il proseguimento della stagione azzurra, minando di fatto le prestazioni dell’ultima parte del campionato. Più skip, scatti o ripetute non riusciranno quasi sicuramente a risollevare in breve tempo la condizione fisica generale della squadra. Molto probabilmente Pondrelli, da buon preparatore, aspetterà la sosta di Natale per intensificare la preparazione atletica, ricorrendo a quello che nel gergo calcistico viene comunemente chiamato “richiamo di preparazione”. Per i meno esperti si tratta di una decina di giorni aggiuntivi di test fisici, una sorta di mini ritiro da fare però sul campetto di allenamento di casa e non tra le valli svizzere o austriache. Test fisici necessari per valutare non solo i progressi dei singoli giocatori, ma anche per ovviare a qualche chilo di troppo preso nelle festività natalizie. È inutile dire che non sono certo questi i giorni più amati dai calciatori! Battute a parte, lo staff azzurro dovrà, in questo lasso di tempo che ci separa dalla sosta, cercare di dosare al meglio le energie, impiegando magari giocatori che hanno sfruttato al meglio le occasioni che gli sono state offerte. Un classico esempio è rappresentato da Bogliacino, sempre pronto a dimostrarsi un vero professionista ripagando la fiducia del mister con prestazioni degne di nota.

Il calendario potrebbe sorridere al Napoli per questo scorcio di stagione. Nella prossima partita la squadra partenopea affronterà in casa il Bari: una buona squadra senza alcun dubbio, ma di sicuro non contraddistinta da una fisicità superiore a quella del Napoli. Poi sarà il turno di Cagliari e Chievo, due crocevia della stagione azzurra. Arrivare a Natale tra le prime sette, otto posizioni permetterebbe una campagna acquisti di gennaio con i botti. E c’è da scommetterci che il buon presidente De Laurentiis avrà già preparato qualche bel regalo da mettere sotto l’albero di Mazzarri.

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