La meglio gioventù

Ogni anno la Juventus investe diversi milioni per accaparrarsi i migliori giovani in circolazione. Un investimento importante che sta pian piano dando i suoi frutti se si pensa ai vari Zaza, Berardi e moti altri. E il Napoli?

La “meglio gioventù” italiana, non è solo una raccolta di poesie di Pasolini, ma il gruppo di giovani di prospettiva che ogni anno sale alla ribalta sia nella serie maggiore che in quella cadetta e puntualmente vengono messi sotto contratto dalla Juventus. Sicuramente il team che Marotta e Paratici hanno a disposizione riesce ad essere molto persuasivo con questi ragazzi, recitando anche un ruolo “storico” nel panorama vincente del calcio italiano. Che sia solo quello ad attirare i ragazzi? Di certo è che il Napoli è spesso dietro a questi giovani ma non riesce mai, per un motivo o un altro, a mettere in atto la zampata vincente. Pensiamo a giocatori come Zaza, Berardi, Sturaro, Mandragora e ultimamente Sensi, giovane centrocampista del Cesena, che finirà a Sassuolo proprio con il benestare dei bianconeri,  oltre a molti altri nomi che ormai sono in orbita Juventus e che,  se mai non dovessero vestire poi la maglia bianconera, diventerebbero comunque  oggetto di copiose plusvalenze per la società torinese. Ricordiamo in tempi recenti le plusvalenze con le cessioni di Immobile e Gabbiadini.

Il Napoli attua invece una politica forse troppo attendista. Se davvero come dice la società si deve puntare sui giovani di valore, allora bisogna davvero mettere un budget serio per andare a opzionare questi ragazzi e magari poi “premiare” le società che riescono a valorizzarli. Ecco, probabilmente è da qui che il Napoli deve partire: dai premi di valorizzazione verso le società che potrebbero essere destinatarie delle prestazioni dei giovani ragazzi che il Napoli preleva o preleverebbe da altre squadre. Ad oggi tanti, troppi gli obiettivi tanto decantati poi sfumati. Si è parlato anche di cantera azzurra per dare una identità partenopea forte, visti i tanti talenti campani in giro per l’Italia, ma poi gli Immobile, gli Izzo, i Mandragora sono tutti finiti altrove. Rispetto al passato, comunque, bisogna dare il merito a Giuntoli che ha cercato di trovare accordi con diverse società per quantomeno opzionare i giocatori di maggior prospetto. Da Bergamo infatti è arrivato Grassi, pagato con una cifra alta, anche per permettere di avere un diritto di prelazione sui vari Da Roon, Conti, Kessiè, Sportiello ma ora sarebbe il momento di passare ai fatti. Prendere questi ragazzi e darli a società premiandole per le presenze e la valorizzazione, oltre i normali valori federali di routine, per poi andare a definire, come ha fatto la Juve con il Sassuolo, delle clausole per una “recompra” e per prestiti agevolati. Il tutto con un budget, anche basso inizialmente, ma che con eventuali plusvalenze, possono regalare quei “gruzzoletti” utili a puntare a giocare pronti per la prima squadra o magari trovarsi per pochi soldi un campione che è cresciuto con l’esperienza del campo in altre società e pronto a sfondare con la maglia azzurra.

Lorenzo Insigne non deve restare una mosca bianca nell’undici azzurro, che deve sempre più fiorire di validi ragazzi che si possano fare le cosiddette “ossa” non in Lega Pro ma anche in A o B con squadre di media fascia guidate da allenatori preparati come è stato per il Sassuolo con Di Francesco. Vedremo se, ad esempio, con Atalanta e Udinese, con cui i rapporti sembrano essere validi, si possa fare qualcosa di importante come lo si è iniziato con Zapata. Ma per tutto questo ci vuole strategia e magari un’”anima” societaria competente che supporti le idee di Giuntoli nella ricerca dei talenti in maniera più concreta di quella della gestione che ha portato i Navarro, Vargas, Fernandez e affini; ma soprattutto che aiuti a non perdere per strada i vari Roberto Insigne, Gaetano e altri come loro….

Antonio Lembo

Laureato in Ingegneria Elettronica nel 1999 e Giornalista Pubblicista dal 1996 grazie all'esperienza formativa in Rotopress.

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