La fortuna è cieca ma con la Juve ci vede benissimo

Gli episodi fanno la differenza, orientano le partite di calcio: è un vecchio luogo comune, lo sappiamo, ma che un fondo di verità ce l’ha, e ci permette di riassumere un Napoli-Juve ai limiti della follia, tra i più controversi degli ultimi anni. Partita infinita, dai mille volti, che ai fini della classifica aveva poco da chiedere, ed invece ha messo in scena tutto il meglio ed il peggio del nostro calcio. La Juve ha il cinismo e la dea bendata dalla sua; il Napoli esce sconfitto, ma in maniera del tutto immeritata. Gli azzurri non perdevano in casa esattamente da un anno: escono tra gli applausi di un San Paolo finalmente pieno, che per l’occasione era tornato a riempirsi. Var nella bufera: l’espulsione di Meret, per un presunto fallo da ultimo uomo, su un retropassaggio scellerato di Malcuit, ha fortemente condizionato la gara, probabilmente decidendola. Le immagini televisive testimoniano chiaramente la totale assenza d’un contatto punibile. Punizione Juve dal limite e Pjanic la piazza all’angolino. Il Napoli accusa il colpo, dopo una prima mezz’ora giocata alla pari. E gli ospiti me approfittano, trovando il raddoppio con Emre Can: ancora un calcio da fermo a punire la squadra di Ancelotti. Che tuttavia ha il merito di non arrendersi: è questa la notizia migliore della serata; il cuore gettato oltre l’ostacolo, oltre i propri limiti ed una inerzia sfavorevole. Il palo di Zielinski grida vendetta. Il Napoli sta meglio della Juve, e lo fa capire nonostante l’inferioritá numerica: i bianconeri gesticono male il vantaggio (doppio) e l’uomo in più; Ancelotti toglie un attaccante – Milik -, senza rimodulare l’assetto tattico. E nella ripresa è un assedio: lo stadio spinge gli azzurri verso una impresa che avrebbe avuto del clamoroso. Anche la Juve rimane in 10 – fuori Pjanic per doppio giallo. Partita nuovamente in equilibrio: Callejon accorcia le distanze e fa 1-2. Adesso il Napoli ci crede. Allegri ha paura e si difende: la sua Juve, per tutto il secondo tempo, non vedrà la metá campo avversaria; Ancelotti passa a tre in difesa. Un eventuale pareggio sarebbe andato persino stretto: lo sfiora Insigne, tirando sul palo (il secondo) il rigore del possibile 2-2. Finisce con un rammarico insperato. Ma non devono esaurirsi l’entusiasmo e la consapevolezza di questo Napoli. C’è una Europa League da conquistare. Si ripartirà giovedì dal Salisburgo.

Alessio Pizzo

Studente in Comunicazione Digitale, appassionato di calcio, tecnologia e buone letture. Vanta già esperienza giornalistica con 100 *100 Napoli

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