LA DIFFERENZA TRA ME E TE

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Non c'è storia. Non c'è partita. Numeri alla mano, la sfida tra Rafa Benitez, presente e futuro azzurro, e Walter Mazzarri ha già tracciato una linea decisa, visibile e inequivocabile.Benitez Rafa, spagnolo, tecnico dal Palmares invidiabile e dal curriculum internazionale. Gioco all'Europea di stampo inglese e mentalità piuttosto aperta capace di sfruttare al massimo l'intero materiale umano a disposizione senza lasciarsi distrarre da fattori ambientali e mediatici; l'altro, invece, è praticamente il suo opposto: da San Vincenzo con onore, curriculum tutto segregato in un pezzettino di mondo e un Palmares che conta solo uno 0 nella casella degli esoneri e una Coppa Italia vinta proprio a Napoli con Lavezzi, Hamsik e Cavani. L'uruguayano, appunto, uno dei top player passati per Napoli capace di fare la differenza e di togliere le castagne dal fuoco in più di un occasione regalando al tecnico la possibilità di pavoneggiarsi a creatore e rigeneratore.Nonostante tutto, Rafa è costretto a lottare spalleggiando le continue provocazioni mediatiche volte ad abbattere la sicurezza accumulata in appena sei mesi di lavoro. Mai puntato il dito contro un direttore di gara, mai alzato la voce oltre lo spogliatoio, charme e buongusto anche nel rispondere alle domande più insidiose e talvolta fastidiose. Questione di stile. Uno agita le mani per velocizzare i propri uomini, l'altro batte il dito sull'orologio aspettando il cavillo giusto da utilizzare come alibi.Questioni marginali, irrilevanti, perchè ciò che conta sono i numeri che fanno da boato quando li si tirano fuori tranciando ogni possibile voglia di fare un passo indietro e magari ricominciare da dove ci si era fermati lo scorso Giugno.

 

Record. Il bottino partenopeo alla fine del girone d'andata parla di 42 punti conquistati con 13 vittorie, 3 pareggi, 3 sconfitte e una media inglese di +3. Mai successo nella storia azzurra da quando si assegnano i tre punti a partita. Il record precedente risaliva proprio alla stagione scorsa, con Walter Mazzarri e Edinson Cavani, 39 punti con una vittoria in meno, una sconfitta in più e una media inglese di 0. Media di 2.21 punti a partita per lo spagnolo contro i 2.05 della scorsa stagione alla fine del campionato. Con questo passo, il Napoli potrebbe raggiungere quota 85 punti senza considerare che tutte le big passeranno per il San Paolo nel girone di ritorno. Se poi andiamo un po' più indietro, quando il Napoli partecipò alla Champions League nella stagione 2011-12, la media punti si rivelò 1.61 in 38 partite di campionato. Record su record con Benitez, ma record anche per Walter Mazzarri capace di generare la peggiore stagione da 5 anni a questa parte con un gruppo da terzo posto stando, a suo parere, al budget ingaggi. Inoltre, è riuscito nella grande impresa di arrivare alla fine del girone d'andata con addirittura tre punti in meno rispetto al predecessore, Andrea Stamaccioni, e una media inglese di -7 rispetto al -2 del giovane tecnico nonostante la maggior parte delle sei sconfitte l'ex allenatore interista le collezionò tra le mura amiche. Infine, tanto per gradire, Mazzarri esce dalla Coppa Italia agli ottavi per mano dell'Udinese, una delle squadre più in crisi del campionato italiano, e dopo ben undici anni! L'ultima volta che l'Inter fallì la qualificazione ai quarti della coppa nazionale fu nella stagione 2001-02 dopo la doppia sconfitta con il Bari (1-0 in Puglia e 1-2 a San Siro) con Hector Cuper in panchina. Le differenze, poi, sono visibili anche nei piccoli numeri: in questa stagione, gli azzurri di Benitez riscoprono una media di 11.10 tiri a partita dove quasi l'80% di questi va a bersaglio almeno nello specchio della porta mentre l'Inter si ritrova con una media di 10.68 a partita con il 64% a bersaglio. Emblematiche le statistiche di Fiorentina – Napoli 1-2 e Juventus – Napoli 3-0: contro i viola, gli azzurri conclusero verso la porta avversaria solo in 2 occasioni per il 100% di score con appena il 38% di possesso palla mentre con i bianconeri ben 9 tiri e un possesso del 54% che poco lascerebbe pensare ad un risultato così rotondo. L'Inter, invece, nelle grandi sfide vede un controsenso imponente come il 48% di possesso nel derby nonostante i 15 tiri (solo 4 di questi nello specchio)

 

Europa. Le coppe europee tolgono dieci punti al campionato. Questa la filosofia del tecnico toscano che in quattro anni con una Champions League e due Europa League è riuscito a far passare come legge naturale. Legge che, invece, sembra essere razionalizzata solo ed esclusivamente proprio all'esperienza e, forse, all'adattabilità di un tecnico cresciuto e plasmatosi tra la media-bassa classifica. I numeri sembrano confermare la seconda tesi: Mazzarri, nella stagione 2011-2012, sulla panchina del Napoli ha racimolato 11 punti nella fase a gironi della coppa continentale più importante del club con 10 goal fatti e 6 subiti per una media inglese di -1. Quel girone, composto da Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal, portò nelle casse partenopee 18 punti in campionato su 36 nei periodi compresi prima e dopo le sfide europee. Emblematico il conto a cavallo tra i mesi di Ottobre e Novembre quando Mazzarri trovò 3 pareggi con (a Cagliari 0-0, Bergamo 1-1 e in casa con la Lazio 0-0) e 2 sconfitte (in casa con il Parma e a Catania per 2 a 1). Solo nel primo periodo compreso con tra le gare con Manchester City e Villarreal il conto va in positivo con la vittoria per 3 a 0 in casa dell'Inter, il pari casalingo con la Fiorentina a reti bianche e la vittoria per 3 a 1 sul campo del Cesena. Sedici punti su trentotto a disposizione, ovvero 22 punti persi, più delle previsioni.

Il conto, però, cambia sensibilmente se si passa all'attuale stagione con Rafa Benitez: 12 punti conquistati, 1 in più del predecessore; 10 goal fatti e 9 subiti con una media inglese di 0. Tutte vittorie in casa, compreso con i vice campioni d'Europa del Borussia Dortmund, e in campionato si arriva a 25 punti conquistati su 36. Undici punti in meno, e fin qui potrebbe essere giusta la prima tesi, ma mettendo a paragone le sfidanti la discrepanza è evidente: il Napoli di Benitez ha perso punti con Parma e Udinese in casa (sconfitta e pareggio), poi sconfitta sul campo della Roma capolista che viaggia a mille e della Juventus. Sei punti preventivi anche senza l'incombenza europea. Battute, invece, Milan e Lazio in trasferta, Inter in casa. Insomma, a conti fatti il calendario non sembra aver favorito lo spagnolo nonostante i punti in più conquistati sia in Italia che in Europa.

 

Bilanci e società. La differenza tra i due tecnici non finisce solo ai numeri da campo, ma continuano anche sull'impatto economico. L'Inter di Moratti, in questa stagione, ha speso ben 30.8 milioni incassandone 8.7 milioni per un passivo di 22 milioni. Un salasso per una società che conta una forte perdita di bilancio. De Laurentiis, invece, spese nella stagione 2011-12 (tenendo in riferimento sempre l'anno della presenza in Champions), 72.8 milioni di euro incassandone quasi 24 milioni con un passivo di 49 milioni di euro. Il patron azzurro staccò un assegno da 18 milioni per Inler mentre Moratti ne ha firmato uno da 6.5 milioni come maggior spesa preventiva. In qesta stagione, invece, il club azzurro ha speso quasi 87 milioni ma incassandone altrettanti 71 per un passivo di 16 milioni. A conti fatti, l'epoca Mazzarri però molto più sulle casse partenopee così come per quelle dell'Inter dell'epoca Stramaccioni. Inoltre, dopo diciannove giornate, il valore complessivo della rosa nerazzurra è calato del 4% passando da un valore di 231 milioni a 221.7 milioni; Benitez, invece, ha valorizzato il gruppo passando da 230 milioni a 253 milioni. Valore che potrebbe essere messo in relazione all'impiego del materiale umano: Mazzarri, in 38 giornate di campionato, ha utilizzato 26 calciatori su 29 mentre a metà stagione Benitez ha utilizzato tutti escludendo il terzo portiere Roberto Colombo (24 su 25). Infine, lo scorso anno proprio Mazzarri parlò del budget stipendi come icona di classifica; ebbene, attualmente i nerazzurri sono quinti in classifica unitamente al Verona nonostante un budget da 95 milioni, terzo dopo Juventus e Milan; il Napoli al contrario è terzo con un budget da quinto (74 milioni) dietro la Roma.

 

Tattica e gioco. Infine, proprio per non farci mancare nulla, anche le statistiche stagionali sulle varie gare disputate pendono a favore dello spagnolo: più conclusioni verso la porta (media di 11.10 a partita) con una percentuale nello specchio del 65%. Nella fattispecie salta all'occhio il 100% di Firenze con 2 tiri e 2 goal vittoria. Inoltre, il possesso palla a favore del Napoli ha una media del 54% con un picco del 71% con il Sassuolo e del 70% con il Chievo; clamoroso il dato in casa della Juventus dove nonostante la sconfitta il Napoli detiene il 53% del possesso e 12 tiri di cui 7 nello specchio della porta di Buffon. Mazzarri, invece, ha una media del 50% perlopiù nella propria trequarti campo con un solo picco del 70% con il Chievo. Inoltre, contro tutte le big raggiunse il 63% solo con la Roma mentre con tutte le altre non è riuscito ad arrivare al 50%. Perfino contro il Napoli, dove lui stesse disse di aver dominato, toccò solo il 40%.

 

Stelle a confronto. Non è solo Mazzarri vs Benitez, ma anche Cavani vs Higuain. Il primo fu "plasmato" dal tecnico toscano, il secondo rigenerato dallo spagnolo. Anche qui i numeri parlano dell'argentino come più decisivo rispetto all'uruguayano: Cavani, nella sua migliore stagione, totalizzò 42 goal e 5 assist per una media rete di 1/103; Higuain ne ha totalizzati 9 in 18 gare con 6 assist per una media di 1/2. Saranno semplici numeri, ma invocare il passato a dispetto della realtà dei fatti sembra essere più distruttivo che costruttivo soprattutto se valutato in base al progetto societario… 

 

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