LA CITTA’ DELLE SCONFITTE…MORALI

A volte alcuni silenzi fanno più rumore di un boato. Quanto si è consumato la mattinata di venerdì all’esterno dello stadio San Paolo ha dell’inverosimile, e c’è davvero da restare di stucco di fronte ad un silenzio tanto assordante. Perché, si sa, tacere può significare in un certo senso avallare. O quantomeno è segno di un’irritante indifferenza. Protagonisti? Alcuni appartenenti a qualche non meglio precisata frangia del cosiddetto “tifo organizzato” napoletano, che come altri in diverse circostanze (ahimè anche ben più gravi…) in questa città credono di farla da padroni assoluti. Le vittime? La stragrande maggioranza dei tifosi per bene, con l’unico torto di essere degli “occasionali” intenzionati a seguire la loro squadra in quel di Utrecht, che sin dalle prime ore del mattino erano accorsi all’esterno dell’impianto di Fuorigrotta. Assonnati, incuranti della pioggia che da giorni ormai si abbatte sulla città e trepidanti al pensiero di vedere tra le proprie mani, di li a poco, il tanto agognato biglietto per il Settore Ospiti dello stadio olandese. Ma purtroppo avviene spesso nel nostro Paese, come una sorta di diabolico corollario, che uno sparuto gruppo riesca a prevaricare sulla massa, imponendo la propria idea con la violenza ed il sopruso. E a Napoli sciaguratamente più che in qualsiasi altro posto. “Me dispiace sulamente ca l’ orgoglio ‘e chesta gènte se murtifica ogni juórno pe’ ‘na manica ‘e fetiénte che nun tèneno cuscienza e nun tèneno rispetto”, ci ricorda una famosa canzone. Ah, quasi dimenticavamo…chi recita la parte del silenzio? La società, chi altri se no. Forse nel timore di qualche ripercussione, e in questo la si potrebbe anche giustificare,  ma sarebbe necessario fare un passo in avanti. Più precisamente ad un obbrobrio chiamato “responsabilità oggettiva”, che produce i suoi perversi strascichi in capo a Da Laurentiis se qualche petardo di troppo scuote il San Paolo…

La testimonianza – Ma è dalle parole dei presenti che si può comprendere appieno la gravità di quanto avvenuto presso i botteghini dello Stadio San Paolo. Trapela amarezza e rabbia dalla testimonianza di tre tifosi “storici” del Napoli, regolari possessori della tessera del tifoso che venerdì mattina, spinti dalla voglia di essere presenti ad Utrecht, si sono recati a Fuorigrotta per acquistare i tagliandi del match e hanno vissuto in prima persona le prepotenze dei pochi balordi: “Eravamo in fila all’esterno del San Paolo dalle 6 del mattino. Alle 9:30 circa è iniziata la nostra disavventura: giungono esponenti delle tifoserie organizzate, che con minacce, schiaffi e spintoni sovrastano circa 300 persone nei pressi del botteghino 3. Le forze dell’ordine e gli Stewart si aggiravano come fantasmi dietro le recinzioni, senza muovere un dito. All’apertura dei cancelli, 10 tifosi organizzati, e dico proprio 10, sono entrati scavalcando ed hanno cominciato la farsa con un continuo via vai di carte d’identità e di biglietti. Roba da fare invidia ai peggiori bagarini del mondo, con una velocità assurda. Noi mattinieri, fermi da circa mezz'ora in fila ad attendere le decisioni di questi fantomatici tifosi "organizzati" del Napoli, constatiamo che nessun controllo viene applicato ne ai soggetti che scavalcano le recinzioni, ne su quanti biglietti vengono emessi per ogni persona. Ma con maggior sgomento assistiamo all'assalto e allo sfondamento addirittura dei cancelli di accesso ai botteghini (con relativa calca, donne svenute e ragazzi che imprecavano). Per oltre due ore un paio di individui, con facce poco rassicuranti, hanno imposto l’ordine di emissione dei biglietti, secondo il criterio dell’appartenenza o meno ai gruppi organizzati, con il colpo di scena finale di un solo soggetto che se n’è assicurato la bellezza di cento. Alle 14 vengono affissi ai botteghini i cartelli che informano dell’esaurimento dei tagliandi, e nessuna delle persone che era con noi dalle 6 del mattino era riuscita ad acquistare il biglietto”.

Dov’è scritta la legge in base alla quale un tifoso cosiddetto organizzato debba prevaricare su un individuo desideroso di accompagnare la propria squadra in trasferta, nonostante si tratti di un supporter “occasionale”? Perché la società non impedisce a questi soggetti di tenere comportamenti del genere? E soprattutto, perché tanti tifosi azzurri dovranno cedere al bagarinaggio dei propri concittadini anche in terra d’Olanda, pur di poter essere presenti alla partita? Perche il Napoli è l’unica società a non utilizzare la vendita on-line dei tagliandi? A queste domande forse non riceveremo mai una risposta, ma fatto sta che questa società è ancora ben lontana da quella “in stile europeo” tanto decantata dal presidente De Laurentiis. Almeno dal punto di vista organizzativo. E intanto, circa il manipolo di prevaricatori, “comme fanno a piglià suónno quann’ è ‘a sera dint’ ‘o liétto”, si chiedeva sempre quella famosa canzone… 

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