IL RITORNO DEL GUERRIERO
Troppo presto è andato via. Ha lasciato amarezza e un vuoto lì in mezzo al campo che né Pazienza, né Cigarini hanno saputo colmare. Era rinato con la cura Reja che aveva puntato forte su di lui. La sua maglia sempre la più bagnata di sudore. Non ha mai mollato Manuele Blasi, che a 29 anni sembra sempre di più sulla via del ritorno. Un ritorno che tanti si aspettano, che forse anche i più scettici si augurano. Serve fisicità a questo Napoli, ma soprattutto occorre ricomporre quella coppia d’oro Gargano-Blasi che non troppo tempo fa ha fatto sognare tutti. Cuore, grinta, attaccamento alla maglia: gli unici vocaboli conosciuti dal “guerriero azzurro”. Perché azzurro Manuele lo è ancora. Sembra che mai sia uscito dalla società azzurra vista la passione che sta animando queste ore tutti i tifosi napoletani in vista di un suo possibile rientro. Ceduto in prestito in tutta fretta al Palermo, oltretutto una diretta concorrente per l’Europa League, il ragazzo di Civitavecchia non è mai entrato negli schemi di gioco di Zenga, più propenso a lavorare con giocatori ad alto tasso tecnico. Lui invece è un instancabile motorino di centrocampo, uno che fa il lavoro sporco. Indispensabile per il Napoli targato Reja, meno per quello di Donadoni che spesso lo ha relegato in panchina, ha vissuto dei mesi non felici nel finire dello scorso campionato. Ha sofferto in silenzio, ma ogni volta che è stato chiamato in causa ha risposto sempre presente. Nessuno può rimproverargli niente: non era lui che doveva impostare il gioco, né tantomeno era lui che doveva buttarla dentro. Ed è per questo che i tifosi del Napoli sono pronti ad accoglierlo a braccia aperte, ritrovando quella “pecorella smarrita” corsa in Sicilia per un posto da titolare.
I più maligni vedono la sua partenza quasi come una questione politica. Il suo manager è quel Davide Lippi, figlio del commissario tecnico della nazionale Marcello, che i più informati vedevano in netto contrasto con il tuttofare ormai ex d.g. azzurro Marino. Non a caso da Napoli è andato via anche un certo Mannini, che alla Sampdoria sta spopolando. Ed anche Mannini era ed è un assistito di Lippi. In tanti si chiedono come sarebbe stato il Napoli con i due epurati di Marino, ma in pochi hanno una risposta. Sta di fatto che il presidente ha voluto salvaguardare il proprio patrimonio in giocatori decidendo in prima persona di non cedere né l’uno né l’altro e male non ha fatto. Con l’arrivo di Mazzarri il Napoli potrebbe puntare forte sul centrocampista fatto in casa, permettendo ai propri tifosi di ritrovare un loro beniamino. Un uomo che scalda l’ambiente, un uomo spogliatoio. Signori per costruire un gruppo vincente serve anche questo. Non solo i parametri tecnici fanno grande un calciatore. Un Gattuso giocherebbe titolare in qualsiasi squadra. Per incrementare le potenzialità offensive di Hamsik al Napoli serve una diga, per chiudere e subito ripartire. Dopo aver riscoperto Aronica, mister Mazzarri è pronto ad accogliere l’ennesimo superstite del ciclone Marino.