COS’E’ IL NAPOLI? QUELLA COSA CHE VI HA SBATTUTO FUORI DALLA CHAMPIONS!

E' stata la vittoria di tutti. E' stata la vittoria dei tifosi e, tra questi, soprattutto di quelli residenti al nord. Persone emigrate per cercare lavoro oppure, come il sottoscritto, nate lontane da Napoli, che il napoletano non sanno nemmeno parlarlo e a stento lo capiscono. Tifosi residenti al nord poichè la casa, intesa come famiglia, è un'altra. La casa di tutti noi è Napoli, il San Paolo. Divisi da centinaia, a volte migliaia, di chilometri ma uniti da una passione che non conosce distanze e non può essere circoscritta da alcun confine. Un amore espolosivo, caldo, pieno, di quelli tormentati che ci pensi subito non appena ti svegli e che ti fa rigirare tra le lenzuola prima di abbandonarti a Morfeo, divinità dei sogni. Quello con cui litighi dopo una delusione ma, sbollita la rabbia del momemto, torni a voler bene poichè non ne puoi fare a meno. Napoli così lontana nella vita di tutti i giorni, sembra una di quelle palle di vetro che se le giri scende la neve. Qualcosa che non possiamo vivere direttamente e quotidianamente ma che un po' sentiamo nostra grazie a quel lunghissimo filo di Arianna che è il Napoli. 

Sono stati anni bui, anni di sofferenze, di continue e cocenti umiliazioni che non hanno però spento e nemmeno affievolito l'amore per la nostra squadra. Tifare Napoli da quassù, negli ultimi anni, è stato come difendere l'ultimo avamposto dall'assalto nemico. Impresa ardua. Quante volte ci siamo sentiti dire "Ma in che categoria gioca il Napoli?" oppure " Ma come si fa a tifare una squadretta di serie C?": espressioni sprezzanti, condite da sorrisini e ridolini di superiorità. Impossibile rispondere a parole quando i fatti non ti supportano. Inutile spiegare che ora ci sono una società seria e una squadra all'altezza quando giochi effettivamente nelle serie inferiori da quasi dieci anni, quando vieni da una fallimento e da gestioni scellerate. Un conto è crederci, un altro sono i fatti. I risultati. Risultati che sono a tornati a farci sorridere poichè la fierezza della nostra appartenenza non è mai venuta meno ma è sempre stata difesa con le unghie e con i denti nonostante i fatti, i famosi risultati, non fossero dalla nostra parte. Napoli è 'na malatia ca nun voglio curà. Qualcosa che hai dentro, che va oltre qualsiasi logica, che non può essere inquadrata nello spazio e nel tempo. Non è solo una squadra di calcio. Per questo motivo non ha prezzo la vittoria di ieri. Lo sguardo perso nel vuoto di quel pugile che pensava di vincere in carrozza e invece le ha prese di santa ragione dal primo all'ultimo minuto. Non ha prezzo il coast to coast di Hamsik e quelle dita messe a mo' di cuorcino che Pato ci aveva stampato in mente la sera del 13 gennaio. Erano, anzi eravamo, in tanti. Non ha prezzo vedere i tifosi milanisti arrivare al San Paolo con i soliti sacchi neri dell'immondizia e riempirli con tre palloni. La loro scarsa fantasia è stata premiata nel modo più pratico possibile. Solo la prossima volta li portassero più grandi così che ce ne potremmo mettere qualcuno in più. Rivincita sportiva e morale, insomma.

Poichè la lontananza non ci impedisce di gioire e soffrire per la stessa causa. Di esultare o incavolarci se il Napoli vince o perde ma anche di rattristarci quando vengono evidenziati unicamente gli aspetti negativi di una città meravigliosa. E' la nostra casa, la nostra famiglia, e poco importa se siamo divisi da mari o montagne. Quello che conta è che in fondo siamo tutti napoletani: alcuni di nascita, altri semplicemente di cuore.

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