CIAO PRESIDENTE!

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Perennemente abbronzato, con la camicia casual sempre aperta con il collo largo, classica , baffetto malizioso, Ellenio Gallo, classe 1923, parafrasando Gianni Morandi, era uno di quelli che “ 1 su 1000 c’è l’ aveva fatta “. Laureato in veterinaria, aveva fatto fortuna in Venezuela con le costruzioni di cemento. Tornato in pianta stabile a Napoli, nel 1969 divenne consigliere seppur ufficialmente soltanto con il 5% delle azioni ( i sussurri dicevano che quelle effettive erano molte di più ). Fu l’ Ing. Ferlaino a portarlo nel cuore della sua passione di sempre, il Napoli calcio. A 71 anni, nel 1993 corona il suo sogno irrealizzabile, quello di diventare Presidente del Napoli. Il suo amico Ferlaino viveva uno dei suoi rari momenti di difficoltà, travolto da contorte vicende extra – giudiziarie. Assieme al figlio Luis conduce in prima persona gli azzurri dal 1993 al 1995, pure con lusinghieri risultati, prima con Marcello Lippi ( qualificazione UEFA, oggi Europa League ), e poi con “ Zio Vujadin “ Boskov ( un gol di Del Vecchio dell’ Inter contro il Padova al 90 ° impedisce il ripetersi di una nuova, clamorosa qualificazione in Europa ). Sempre supportato dal suo amico di sempre, il vulcanico Corrado, costruisce con il supporto di Ottavio Bianchi alla dirigenza delle squadre solide, sapendo ben  pescare con la formula del prestito. Inoltre, la sua esperienza di carattere fiscale servì a rianimare un po’ le dissestatissime finanze degli azzurri, rimandando di un po’ l’ inevitabile fallimento targato 2004. Tratta nel suo interregno la cessione della società ad un gruppo bancario olandese ( l’ ING di Amsterdam ), ma alla fine gli olandesi come avrebbe detto Totò “ desistono “. Anche l’ italo – olandese Mino Raiola, l’ ineffabile procuratore di Ibrahimovic, ebbe una parte  più o meno attiva nella trattativa.

Ellenio Gallo : “ Uno su 1000 c’è la fa ! “.     

 

CIAO PRESIDENTE…

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La mappa delle panchine va completandosi, ma che fatica. Mai come quest’anno,  in serie A prevale la volontà di cambiare. E stavolta sono loro, gli allenatori, a rompere il matrimonio con le società. Che non si perdono d’animo e partono subito alla ricerca del successore. Con risultati, in alcuni casi, ancora incerti.

AVANTI INSIEME. José Mourinho e l’Inter, un connubio rinsaldato dal prolungamento (con conseguente adeguamento) contrattuale preteso dal portoghese per fugare ogni dubbio sulla sua permanenza alla Pinetina (prima era “solo” 99,99%, il residuo è costato a Moratti altri milioni). Prim’ancora si era mosso il Napoli, che aveva chiamato al capezzale Roberto Donadoni offrendogli un robusto biennale più tre mesi di sperimentazione. Ottenuta la qualificazione europea, Fiorentina e Genoa blindano Cesare Prandelli e Gian Piero Gasperini, nonostante i due siano stati tentati da offerte importanti.  Non ha centrato l’Europa ma ha fatto comunque bene Pasquale Marino con l’Udinese, che si tiene stretto l’allenatore siciliano.  Conferme ad obiettivo raggiunto per il Bologna, che a salvezza ottenuta si tiene Giuseppe Papadopulo, e per il Parma, che premia Francesco Guidolin dopo il ritorno nella massima serie. Anche il Chievo, dopo un’insperata permanenza in A, si prepara ad annunciare il rinnovo di Domenico Di Carlo: la firma è prevista in settimana.

IL NUOVO CHE AVANZA. A campionato concluso, ecco le prime novità. Il Milan consegna la panchina a Leonardo, con il fido Tassotti che lavorerà sul campo al fianco del brasiliano che si prepara all’esordio assoluto da allenatore. Una scommessa, al pari di quella del Catania che ha ingaggiato Gianluca Atzori, ex rossoblu ed attualmente alla guida del Ravenna, club impegnato nel play-off di Prima Divisione.  Più certezze per la Sampdoria che si è legata a Luigi Del Neri, il profeta del calcio di periferia.

INTRECCIO CAPITALE. A Roma può succedere di tutto. Luciano Spalletti in giallorosso, Delio Rossi in biancoceleste: possono restare entrambi, ma possono anche andare via. In settimana si vedranno con i rispettivi presidenti, ai quali chiederanno garanzie che, al momento, non sembrano in grado di fornire per convincere i due tecnici a proseguire un matrimonio ormai logoro. Le scelte fatte nella capitale incideranno anche su altre panchine. Perché se Spalletti resta alla Roma e Rossi alla Lazio, Juventus e Palermo dovranno rivedere i piani. E allora la Vecchia Signora potrebbe decidere di confermare Ciro Ferrara, in corsa insieme a Giampaolo, Allegri e Conte, mentre il Palermo potrebbe pensare a Iachini, vecchio pallino del presidente Zamparini.  E se la capitale si ritrovasse orfana di entrambi? Lotito non sembra avere le idee chiare: ha contattato Ballardini, Mazzarri e Zenga ma pensa anche ad Allegri e Giampaolo. Alcuni candidati sono anche nella lista di Rosella Sensi, ma ad Allegri e Giampaolo vanno aggiunti anche Cosmi e Ranieri.

PROVINCIALI SENZA PANCHINA. Dalle scelte delle grandi dipenderanno quelle delle piccole. A Bari dovrebbe rimanere Antonio Conte, perché la Juve dovrebbe restare ancora un sogno e se ci sono le giuste condizioni quella pugliese è la piazza giusta per confermarsi e magari convincere anche i più scettici. A Cagliari il presidente Cellino ha blindato Allegri, che parte solo per una big: salvo colpi di scena, resterà. All’appello mancano ancora Atalanta e Siena. Ruggeri junior ha parlato con Ballardini, che a breve scioglierà le riserve. In Toscana, Lombardi Stronati ha ricevuto alcune richieste da Giampaolo difficili da esaudire.  Il patron ha pronta l’alternativa. Si chiama Roberto Cappellacci, già allenatore del “suo” Pescina Valle del Giovenco, portato dalla serie D fino ai play-off di C2. Quest’anno, Cappellacci ha lavorato a Siena come “responsabile tecnico del settore giovanile”. Non ha perso tempo: ha studiato Giampaolo e a Coverciano…

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