Che più brutti non si può
Ammesso che sia mai stato in corsa, ma stasera il
Napoli abdica definitivamente alla lotta scudetto. Comincia a picchiare in testa la squadra di Gattuso, che perde la seconda partita consecutiva in campionato a arriva già a quota cinque sconfitte in Serie A (forse quattro se la giustizia sportiva riesce a far giocare la partita con la Juventus). Oggi uno dei peggiori Napoli della storia recente ha fatto resuscitare una Lazio parecchio attardata in classifica e che certamente non ha le stesse ambizioni dello scorso anno. Sin qui, il Napoli ha perso tutti gli scontri diretti, di fatto non conosce il segno ‘X’: sa solo o vincere, contro squadre nettamente inferiori, o perdere (e anche malamente come stasera) contro squadre forti sì ma assolutamente alla portata. Senza Insigne, Mertens e Osimhen Gattuso non prova a inventarsi nulla e schiera tutti i giocatori a disposizione: in attacco Lozano, Politano e Petagna, malissimo tutti e tre, senza riservarsi nemmeno un cambio tattico per la ripresa. Squadra senza gioco la sua e nemmeno senza un’anima, incapace di reagire alle difficoltà: al gol in avvio di Immobile solo una timida reazione, poi un noioso festival degli orrori. Gattuso continua a ostinarsi col centrocampo a tre, con Fabian e Zielinski mezze ali che non danno né un sufficiente apporto difensivo né qualità in fase offensiva. Troppo poco dinamico il centrocampo: la Lazio, molto compatta coi reparti una volta passaga in vantaggio, arrivava sempre prima sul pallone. Stavolta non funziona nemmeno la strategia di cominciare l’azione con tre difensori: Koulibaly non al meglio, Maksimovic improvvisamente titolare si perde la marcatura di Inmobile, e il solito Di Lorenzo, ancora una volta tra i peggiori in campo, non riesce mai ad affondare. In attacco, evidente la mancanza di Insigne, ma molto scarso il contributo sia di Lozano che di Politano: spesso fin troppo scontate le loro giocate, che l’attenta retroguardia di Inzaghi, senza Acerbi, ha letto agevolmente. Solo Lazio nel primo, ma anche nel secondo tempo: in avvio di ripresa raddoppio, meritato, dei padroni di casa, con un gran gol da fuori di Luis Alberto, su errore in uscita (grave) di Mario Rui. Nel Napoli, il nulla assoluto, anche dopo il 2-0: le individualità faticano, alcune sono oggettivamente modeste, ma l’aspetto peggiore è che non sono assistite da un’organizzazione di gioco che le aiuti a venire fuori dalle difficoltà. Dall’Olimpico, il Napoli esce non solo sconfitto, ancora una volta con le grandi, ma anche nettamente ridimensionato nelle ambizioni: oramai il primo posto dista già otto lunghezze, e siamo appena a Natale; è lì, nel gruppetto di squadre (a cui si stanno aggiungendo nuovamente proprio Lazio e Atalanta) che lotterà fino alla fine per un posto Champions. La sensazione, infatti, è che questo Napoli, con questa guida tecnica, di più non sappia fare. Come quasi ogni anno, il Napoli viene meno già dicembre, quando il massimo obiettivo in campionato è bello che andato. E per tornare in Champions, poi, obiettivo dichiarato da Gattuso, non sarà affatto una passeggiata.