Ma quanta sofferenza!
Inter e Juve non s’arrendono, continuano a macinare punti e gioco. E domenica prossima si ritroveranno contro, per il primo snodo scudetto. Il Napoli è costretto ad inseguire, consapevole di non poter più sbagliare: già due passi falsi, troppi per iscriversi concretamente alla corsa per il titolo. Riscattato il passo falso con il Cagliari con un primo tempo maiuscolo ed una ripresa in affanno: il doppio volto d’un Napoli non ancora maturo in assoluto e che stava per gettare alle ortiche un match per lunghi tratti dominato. La squadra di Ancelotti ha avuto il demerito di non aver arrotondato il punteggio sul 2-0 consentendo al Brescia di accorciare le distanze e rientrare in partita. Ancelotti cambia la coppia d’attacco: sceglie Mertens e Llorente che dimostrano di intendersi alla percezione. Indemoniato il belga che segna il gol del vantaggio, utile lo spagnolo che in questo momento risulta indispensabile perchè con lui rendono meglio tutti i compagni. Mertens su tutti, che grazie alla presenza in area di un partner strutturato ha la possibilità di svariare sull’intero fronte offensivo e ricoprire il ruolo che preferisce, la seconda punta. Il Napoli vince una partita controllata per un’ora e sofferta nel finale. L’incornata di Manolas poco prima dell’intervallo sembrava poter regalare una domenica di relax ai tifosi partenopei, accorsi in massa al San Paolo. Ma Napoli è una piazza destinata a soffrire e nei secondi quarantacinque minuti il Napoli patisce le pene dell’inferno. All’improvviso, il Brescia dimezza il risultato con un colpo di testa su corner di Balotelli che manda Ancelotti in tilt. Gestione della gara rivedibile da parte del tecnico di Reggiolo, che non riesce proprio a fare le cose semplici, secondo una logica ben precisa: inspiegabile la sostituzione di Llorente con Elmas, infatti da quel momento gli azzurri hanno arretrato parecchio il baricentro, si sono schiacciati e non hanno più prodotto occasioni. Mertens a parte, che ha “rischiato” di sfiorare la doppietta e di raggiungere Diego Armando Maradona nella storica classifica dei migliori bomber azzurri, il Napoli ha smesso di attaccare, di correre in avanti, ha finito per indietreggiare e dare coraggio al Brescia. Quinta peggior difesa in campionato, dieci gol subiti: ora, nel reparto arretrato, è emergenza anche per colpa degli infortuni. Forfait di Manolas e Maksimovic – uscito persino in barella – e ultimi minuti da brividi con l’ingresso di Hysaj e lo scivolamento di Di Lorenzo da centrale. In più Ancelotti ci ha messo del suo: anzichè offrire ai suoi la soluzione di alzare il pallone all’indirizzo di un vero numero nove, s’inventa un nuovo tandem d’attacco Zielinski-Mertens. Stremato il belga, letteralmente sovrastato nei duelli aerei, la sofferenza finale poteva essere evitata inserendo un giocatore come Milik nella speranza di tenere gli avversari lontani dalla propria metà campo e cercare di smorzare l’aggressività del Brescia. Che è andato più volte vicinissimo ad un clamoroso 2-2. Il Napoli torna alla vittoria ma Ancelotti ha tanto da lavorare per rimanere disperatamente attaccato al treno scudetto. Intanto mercoledì torna la Champions e l’obiettivo è il consolidamento del primato.