… E BRAVO MAREK (MA NON SOLO LUI)

La buona prova di Hamsik, condita dalla rete e dall’assist a Higuain, e quella di altri azzurri conforta in prospettiva europea. Se non fosse per i soliti difetti…

Sarà che per tutta la settimana si è parlato di lui, della ‘sua’ partita, della sfida al club in cui ha mosso i primi passi da footballeur. Sarà stata l’aria di casa, o forse la presenza dei suoi congiunti al ‘Pasiensky’. Fatto sta che, inopinatamente e in maniera sorprendente, Marek Hamsik è diventato protagonista della seconda serata di Europa League del Napoli. Per la rete, ovviamente, sebbene l’uscita suicida di Pernis sulla sventagliata di Koulibaly lo abbia favorito. Ma non inganni la papera del portiere dello Slovan: era una vita che non si vedeva il capitano azzurro prodursi in un inserimento simile tra le linee, pezzo forte del suo repertorio. Al bacio, poi, il traversone che ha consentito a Higuain di metterla dentro col capoccione: anche quello, un numero latitante da anni. E per il resto una prova tutto sommato buona, senza sbavature, soprattutto con una maggior presenza nel gioco offensivo e con ampia lucidità. Una prestazione incoraggiante per il futuro. Personale, del giocatore. Collettivo della squadra intera. Una squadra nondimeno aiutata da coloro i quali hanno saputo fare la parte del leone, con risultati efficaci.

E i lampi di Marek hanno illuminato una serata che rischiava di essere bruttina anziché no. E non certo per il clima slovacco, quanto piuttosto per colpa di chi, differentemente dai leoni di cui sopra, ha fornito uno scarso apporto. Maggio, impreciso nel difendere e impacciato nel fermare sulla corsa persino lo sconosciuto Peltier, di Trinidad. Inler, artefice assoluto della lentezza del gioco azzurro a centrocampo, incapace di dare ordine e pulizia alla manovra, tallone d’Achille del Ciuccio in fase passiva. Mertens, spesso evanescente nei dribbling e nelle finte, insufficiente in copertura, senza velocità sulla sua corsia e visibile solo a tratti. Quella traversa al 64’, però, grida vendetta. Ghoulam, distratto specialmente nella ripresa allorquando ha praticamente smesso di fare filtro e chiudere sui traversoni. De Guzman, certo non assente dal gioco, ma poco concreto quando gli sono capitate le chances più ghiotte: ben tre, come il Marino Perani di Corea del Nord-Italia. Insomma, i soliti limiti caratterizzanti l’inizio di stagione non brillante dei partenopei. Con i vecchi bisogna solo alzare le mani dallo scoramento. Quanto ai nuovi, alcuni dei quali preziosissimi la scorsa stagione, c’è da sperare che il loro sia solo un momentaccio, altrimenti son dolori. Vabbè che di fronte avevano lo Slovan, non il Siviglia campione in carica; sono lecite dunque le mosse azzardate, anche per consentire i giusti riposi. Eppure sarebbe interessante capire perché Benitez continua a sperare qualcosa dai peggiori …

L’opera odierna l’hanno completata gli altri. Ad esempio Zapata, che ci mette il fisico ma riesce a prodursi finanche in sprint da centometrista e tocchi vellutati. Continua a crescere Koulibaly, a cui servirebbe solo un po’ d’esperienza in più; ma è sceso in mediana da regista aggiunto, ha servito l’assist a Marek e tanto basta. David Lopez ha dato un’altra lezione ai suoi detrattori twitteriani. Massì, anche Britos se l’è cavata niente male (due partite consecutive senza sbavature: wow!). Eppoi c’era lui, Gonzalo. Ha segnato alla sua seconda palla toccata, pronto all’appuntamento con la zuccata vincente. E nei minuti finali ha rischiato di chiudere ulteriormente i conti. Eccoli, gli aspetti positivi della serata di Bratislava. Su questi il Napoli può poggiarsi in un’avventura europea che potrebbe rivelarsi fruttuosa. Sugli stessi aspetti occorre puntare anche in campo italiano. Per ora sono ben accette le note liete continentali. La classifica sorride: azzurri primi a punteggio pieno. E conforta l’impegno e la voglia di fare. Sì, proprio quella trasmessa un paio d’anni or sono da chi ne becca quattro in casa …

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