BAYERN MONACO- NAPOLI 19/04/89 (2-2)
L’ “ Allianz Arena “ è di certo uno stadio superlativo, in cui si respira l’ aria del 3° millennio, ma si sa, i tedeschi quando si applicano su qualche cosa, cercano di farla sempre al meglio. Nel 1972 per le Olimpiadi in programma a Monaco, fu costruito un altro stadio altrettanto bello e funzionale, al livello dell’ attuale arena dove ora è di casa il Bayern. Stiamo parlando dell’ “ Olympia Stadion “, teatro della sfida di ritorno per la semifinale di coppa Uefa, in programma la sera del 19 aprile 1989. Come sarà mercoledì sera, anche 22 anni e mezzo fa tanti erano i sostenitori azzurri presenti sugli spalti, fra emigranti e non. In una fresca serata primaverile bavarese, agli ordini dell’ arbitro scozzese Syme, così si schierarono le squadre : Bayern con Aumann, Nachtweih ( 80 ° Johnsen ), Pflugler, Flick ( 65 ° Ekstrom ). Augenthaler, Dorfner, Kogl, Reuter, Wolfarth, Eck, Wegmann. Allenatore ( oggi come allora ) Jupp Heynckes. L’assenza per squalifica di Andrea Carnevale, “ eroe “ del match d’ andata, e per meglio difendere il vantaggio di due reti, convinse Ottavio Bianchi a mettere in campo dall’ inizio un altro centrocampista, al secolo Massimo Crippa, abile sia in fase propositiva che in fase di interdizione. Oltre a Crippa giocarono dall’ inizio : Giuliani, Ferrara, Francini. Corradini, Alemao ( 74° Bigliardi ), Renica. De Napoli ( 88° Carannante ), Careca, Maradona e Fusi. Il 2 –0 conquistato al S. Paolo era un ottimo risultato, ma non sufficiente a garantire un placido ritorno in Germania. Inoltre, la presenza di Maradona ( come già a Napoli ) rimase in dubbio sino a pochi minuti dal fischio di avvio. Come era prevedibile, i tedeschi cinsero subito d’assedio la metà campo azzurra, rendendosi davvero pericolosi però, soltanto nelle battute iniziali. A sua volta il Napoli, una volta prese le giuste contromisure, non disdegnava di affacciarsi nell’ area avversaria, quando ne aveva l’opportunità. Il primo tempo si concluse così sullo 0 –0. Nella ripresa i bavaresi ricominciarono il loro incessante forcing, ma la loro spinta col passare del tempo cominciava ad attenuarsi. Al 61° ecco la svolta : una palla apparentemente senza troppe pretese, viene inseguita da Diego e dal biondo difensore Nachtweih. Il tedesco è in vantaggio ma, con una diabolica ma appena percettibile spinta, il “ Pibe de oro “ si libera dell’avversario e serve, a non più di 7 –8 metri dalla porta, un assist al bacio che il grande Careca non può proprio sbagliare. I tanti tifosi azzurri presenti sugli spalti, cominciano ad andare letteralmente in visibilio. Tutto finito ? Quasi, perché appena due minuti dopo, in mischia, gli irriducibili teutonici pareggiano con Wolfarth. Ora però, per passare il turno, i tedeschi dovrebbero segnare altri tre gol, impresa pressoché impossibile a quel punto contro un Napoli così forte e compatto. Al 76° comunque, un magistrale contropiede orchestrato da Diego ed impeccabilmente concluso in rete da Careca, fece svanire le residue, pallidissime speranze del Bayern, che ad ogni modo, orgogliosamente riuscì a raggiungere il platonico pareggio con un tiro non certo irresistibile del futuro juventino Reuter, che sorprese un Giuliani fino a quel momento impeccabile. La gara si concluse così sul 2 –2 anche perché, negli utimi minuti, un forse troppo emozionato Carannante, gettò al vento due clamorose palle – gol. Ma a quel punto il risultato poco importava, al Napoli era riuscita l’ impresa di eliminare una vera e propria leggenda del calcio europeo e mondiale. Alla conquista della coppa mancava oramai soltanto l’ ultimo ostacolo, rappresentato in finale da un’ altra squadra tedesca, lo Stoccarda di Klinsmann e del napoletano Maurizio Gaudino. Ma questa è un’ altra, indimenticabile storia…