WALTER RIPRENDITI IL NAPOLI

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Il Napoli è fuori dall’Europa. La sconfitta degli azzurri a Bologna, e la vittoria della Sampdoria con la Lazio, fa crollare la squadra di Mazzarri al settimo posto. Il distacco dai doriani è di due punti, mentre quello dal Palermo, quarto in classifica, è salito a quota cinque. Ma al di là della posizione in classifica, la sconfitta di Bologna fa riflettere per altri motivi.

La difesa, il reparto meglio collaudato della squadra partenopea, ha mostrato preoccupanti segnali di fragilità. Troppe disattenzioni e continui svarioni. Un monito per Mazzarri che dovrà evidentemente lavorare anche sul settore che gli dava maggiori garanzie. Bene a metà il centrocampo. Gargano e Pazienza assicurano, come al solito, corsa e dinamismo. Ancora in ombra Hamsik, mai decisivo, e gli esterni, poco propositivi. Le note più dolenti, però, vengono dall’attacco. Lavezzi è ancora molto lontano dalla forma migliore. Il Pocho corre, si batte, ma è poco lucido. All’argentino manca il ritmo partita e il campo pesante del dall’Ara non è stato certo d’aiuto per esaltare le sue caratteristiche. Quagliarella, invece, vive di un equivoco tattico. Come il suo compagno di reparto ama venire a prendere il pallone a centrocampo. Condizione questa che lascia, spesso e volentieri, l’attacco azzurro senza riferimenti. Quando Hamsik, Maggio e lo stesso Lavezzi erano al top della forma, però, i movimenti a rientrare di Quagliarella erano compensati dagli inserimenti a rimorchio dalle retrovie. Ora, con la condizione non certo brillantissima, tutto si complica maledettamente. L’unico attaccante più in forma è Denis. Il Tanque, con la sua forza fisica, riesce a fare al meglio quel lavoro che Mazzarri chiede al centravanti. L’ex Independiente svaria bene su tutto il fronte d’attacco, facendosi sempre trovare pronto per la spizzata. A questo punto, con Lavezzi e Quaglirella che arrancano, l’unico che merita la maglia da titolare è proprio lui. Del resto adesso si entra nel mese decisivo. A marzo il Napoli affronterà avversari diretti nella corsa all’Europa. Ed è giusto, ma questa volta non solo a chiacchiere, che in campo ci vada chi sta meglio. Allo psicologo Mazzarri il compito di rimotivare un gruppo che da un mese e mezzo da preoccupanti segnali di cedimento.

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