VOGLIAMO LA “TESSERA DEL TIFOSO…LIBERO”!

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Il calcio è in evoluzione. “Anni di piombo”, verrebbe da dire. Già da qualche stagione, il campionato italiano arriva a partorire verdetti non solo in base alla potenza strutturale di una società e dalla bravura di tecnici e atleti, ma anche dalle varie decisioni extra agonistiche, talvolta avventate e inopportune altre volte fragili ed evanescenti contestualizzate in un bipesismo tutto italiano.Diritti tv, bilanci in rosso e interessi vari hanno spesso bloccato una macchina monetaria diventata troppo grande e ingombrante per tutti che ha come unico perdente il tifoso appassionato.

Stanziarsi troppo su allori e demagogie da quattro soldi porta inevitabilmente al crollo di una credibilità già abbondantemente messa a rischio. L’osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive ha iniziato una battaglia tutta personale contro la violenza negli stadi e fuori scatenando il primo paradosso intellettuale sulla valenza della classica “responsabilità oggettiva”. Situazione che ha iniziato a creare caos portando le società a pagare oltremisura per errori obiettivamente non commessi, data la proprietà comunale degli stadi stessi e la mancanza di un esercito personale in grado di seguire ogni minimo movimento dei propri sostenitori; situazione resa paradossale dall’idea dei “tornelli”, istallati per un motivo poco preciso se non quello della lotta ai bagarini.

 

Adesso arriva la nuova fantomatica idea della “tessera del tifoso” che non solo sembra ghettizzare le società a una frangia di sostenitori, ma appare come una specie di “soluzione” verso l’inadempienza statale che il bel paese non può più nascondere. Incidenti fra tifoserie se ne vedono sempre più difficilmente, ormai molti gruppi organizzati sembrano unirsi esclusivamente contro le forze dell’ordine, sintomo di uno stato generale d’insoddisfazione nei confronti di chi comanda, chiunque esso sia.

 

La “tessera del tifoso” darebbe il diritto, al possessore, di non ritrovarsi restrizioni alla vendita dei tagliandi; snellite sia le procedure di acquisto dei biglietti che quelle di accesso allo stadio, attraverso la creazione di varchi dedicati; concessione di facilitazioni, privilegi e/o benefici da parte delle società (accumulo di punti, diritto di prelazione per l’acquisto di biglietti, convenzioni con altre società private come Ferrovie dello Stato, Autogrill, sponsor, ecc). Bella idea, verrebbe da dire, se non fosse per quegli pseudo vantaggi che dovrebbe offrire come la costituzione, la categoria degli spettatori “ufficiali”; garantire l’aumento degli standard di sicurezza del pubblico, perché esclude dagli impianti i soggetti sottoposti a Daspo o a condanne per reati da stadio; consentire alle società sportive di avviare rapporti “virtuosi” con le tifoserie ufficiali, soprattutto per le trasferte; determinare la costituzione, nell’ambito delle Società Sportive, dei c.d. “dipartimenti dei tifosi” che in altri grandi club europei hanno trovato applicazione con apprezzabili risultati.

 

E la libertà di un singolo tifoso di acquistare un semplice tagliando per una partita di calcio preferendola a una serata in teatro che fine fa? Ma se un soggetto è sottoposto a Daspo non dovrebbe restare lontani dagli impianti anche senza la tessera? Cosa significa “costituzione del dipartimento dei tifosi”? E ancor di più: perché se questa è una proposta, perché minacciare dei provvedimenti contro chi non è così convinto dell’utilità di tale tessera? Ma lo Stato, in tutto questo, dov’è? Lo scorso anno, Napoli pagò salatamente per qualcosa mai successa mentre in tutta Italia nessuno ha punito il sistematico coro razzista nei confronti della piazza partenopea, non sarebbe questo uno dei primi problemi da risolvere? Migliorare una cultura generale per poi prendere come esempio i passi già fatti in Francia, Spagna e Germania. Roberto Maroni, carte alla mano, ha fornito prova di grande fierezza nel leggere come feriti tra civili, forze dell’ordine, stati di fermo ecc. siano diminuiti in questi ultimi tre anni. Poi, microfono alla mano, mette in luce come “non riesca a capire perché la tessera del tifoso non sia stata accettata da tutte le società. Prenderemo provvedimenti” tutto in nome della democrazia. In Italia andrebbe fatto ben altro, magari riconoscere e far rispettare le leggi e lasciare che società e tifoso non siano ghettizzati da strambe idee… 

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