UNA COPPA TIRA L’ALTRA!
Alla quarta stagione di A, il Napoli dell’era De Laurentiis riesce nell’impresa di aggiudicarsi il primo trofeo e a dare un senso compiuto ad una stagione che avrebbe potuto essere eterea ed invece ha portato in bacheca il primo risultato concreto della gestione Mazzarri.Nella stagione che forse ha fatto registrare in campionato il risultato peggiore della gestione del tecnico toscano, si vedono i primi frutti di un cammino iniziato sette stagioni fa in serie C con il Cittadella e che è passato dai campi di provincia di Acireale e Lanciano per arrivare all’Allianz Arena di Berlino fino alla finalissima dell’Olimpico di Roma.Ed è stato un finale spumeggiante che ha visto gioire, dopo circa 22 anni dall’ultimo trionfo dell’era Maradona, un’intera città che sembrava essersi disillusa dopo il mancato raggiungimento della Champions e che ora vive un presente di enorme orgoglio grazie ad un gruppo che finalmente è diventato vincente.Una coppa che a parte il prestigio sportivo porta ulteriore esperienza nel cammino di crescita del gruppo di Mazzarri che ora ha dimostrato di sapere vincere e che ha iniziato ad acquisire la giusta mentalità della squadra chiamata a raggiungere i risultati che competono alla storia ed al blasone della società azzurra.Insomma da un presente che sembrava fatto solo di chiacchiere si arrivati ad un prestigioso risultato che potrebbe dispiegare effetti anche nell’immediato futuro di una squadra che ogni anno è chiamata a migliorarsi ed a confrontarsi ai massimi livelli.
Ora la pianificazione del futuro compete solo al presidente e a Mazzarri che dovranno confrontarsi nell’immediato per costruire un futuro fatto di traguardi ulteriori e condivisi da raggiungere.Archiviata la stagione ora bisogna costruire un Napoli maggiormente competitivo che potrebbe fare a meno di Lavezzi ma potrebbe mettere in vetrina il primo frutto di quella “scugnizzeria” tanto declamata da De Laurentiis. Dopo il Pocho potrebbe toccare allo scugnizzo Insigne infarcire di fantasia, estro ed imprevedibilità l’attacco azzurro del prossimo campionato, perché, che se ne dica, il giocatore rivelazione del torneo cadetto, è maturo per il salto di categoria e potrebbe diventare la bandiera del nuovo Napoli chiamato a lottare per il titolo nei prossimi anni.Sì, perché ora è questo che si aspettano i tifosi, lottare ad armi pari con Milan, Inter e Juventus per contendersi il tricolore.Anche se l’ostacolo più grande sembra essere costituito dal fair play finanziario che ostacola l’acquisto di top player che ora come ora sono necessari per fare il salto di qualità.Perché accanto al lancio di giovani affermati e di buone prospettive servono anche giocatori avezzi a lottare per l’alta classifica, capaci allo stesso tempo di aumentare il tasso tecnico della squadra e di tenere salde le fila dello spogliatoio.Insomma, ora la palla passa alla dirigenza, che dovrà fare di necessità virtù costruendo un Napoli migliore memore degli errori di valutazione della scorsa campagna acquisti.Certo è che il momento storico non è dei migliori per mettere mano al portafogli, ma se i frutti dei sacrifici sono i 35 mila napoletani presenti all’Olimpioco, un sacrificio in più da De Laurentiis si può pretendere anche in considerazione del fatto che l’intelaiatura della squadra si è dimostrata di spessore e basterebbero pochi e mirati innesti per fare di una squadra forte nella singola partita una compagine capace di dare quella continuità di risultati che solo l’abitudine alla vittoria sa infondere. E la coppa Italia potrebbe costituire uno spartiacque importante tra il Napoli figlio della serie C ed il Napoli figlio della prima vittoria della nuova era.