Un San Siro quasi sempre esaurito e un San Paolo sempre più vuoto. Ecco perché

Trentunomila abbonati nella stagione 2017/2018, 375000 il numero di tessere sottoscritto nel campionato 20218/2019 e circa 12000 tifosi che hanno già acquistato l’abbonamento per la stagione 2019/2020. Sono questi numeri pazzeschi che l’Inter può vantare, un qualcosa di paradossale se si considera la storia della società nerazzurra e i risultati ottenuti dopo la vittoria della Champions League del 2010. La formazione interista, per ben 18 volte campione d’Italia e in tre occasioni vincitrice della Champions League, ha alzato al cielo l’ultimo trofeo nella primavera del 2011 e non ha partecipato  per sei stagioni consecutive alla massima competizione continentale . Sarà la voglia di ritornare a competere per qualcosa di importante, ma è bastata in queste ultime stagioni una buona campagna acquisti per far riempire in maniera importante il San Siro nerazzurro.

A Milano quindi si vive un entusiasmo travolgente anche se sono anni che non si lotta per lo scudetto, mentre a Napoli nell’ultima stagione dove ha società azzurra ha lanciato la campagna abbonamenti (campionato 2017/2018),si sono raggiunte poco più di 6000 tessere. Dopo aver sviscerato questo dato, è doveroso analizzare il motivo per il quale il tifoso napoletano in questi anni ha abbandonato l’idea dell’abbonamento.

Nel primo anno di serie A dell’ era De Laurentiis il Napoli faceva registrare quasi 20000 abbonati, arrivando invece alla penultima stagione con poco più di 6000 abbonati .Come primo dato, c’è da evidenziare  che in alcune stagione i tifosi hanno potuto costatare che da un punto di vista economico non vi era un risparmio degno di nota nell’effettuare l’abbonamento e l’acquisto del tagliando partita dopo partita.

La seconda motivazione è che la solitamente l’andamento della campagna abbonamenti è frutto della campagna acquisti estiva. Nella stagione 2013/2014, gli azzurri operarono una campagna di rafforzamento con calciatori come Higuain, Callejon e Raul Albiol, oltre l’arrivo di giocatori  affermati come Reina e Mertens. In quel campionato il Napoli sfiorò quota 13000 tesserati e di fatto da quella campagna acquisti inevitabilmente le attese dei tifosi partenopei si sono alzate notevolmente. Dopo aver condotto una campagna acquisti di quel livello, quelle successive hanno assunto un valore diverso. Ed infatti anche nei due anni di Sarri dove il Napoli ha lottato per lo scudetto,  la formazione azzurro ha ritrovato l’entusiasmo dei suoi tifosi a campionato iniziato e non in estate a seguito di acquisti roboanti nel mercato estivo.
Nonostante il numero degli abbonanti non fosse di certo ragguardevole, il pubblico del San Paolo ha sempre dimostrato il suo affetto verso la squadra, tranne in questa stagione con l’impianto di fuorigrotta in molte occasioni ha fatto registrare  poco più di 20000 spettatori. Nelle gare con Fiorentina, Lazio, Sassuolo ( Coppa Italia), Sampdoria, Torino, Lipisia (Europa League), Genoa, Atalanta, Cagliari vi sono state poco più di 20000 presenze alla stadio e solo in due occasioni (nelle gare con Fiorentina e Cagliari) questo dato è imputabile ai prezzi dei tagliandi con i prezzi curve a 35 e 30 euro. Il vero motivo di questa disaffezione da parte della piazza sta nel fatto che ormai un piazzamento Champions è diventato la normalità e che la tifoseria ha voglia di lottare per lo scudetto.
Nella stagione 2010/2011 il Napoli di Mazzarri a metà aprile era a tre punti dal Milan che poi avrebbe vinto il campionato. Ciò sta a significare come da ormai 8 anni la tifoseria ha assaporato la possibilità di vincere lo scudetto e dopo la delusione dello scorso anno  ha voglia di sostenere la squadra per il tanto auspicato tricolore. Di sicuro, ad oggi ci ritroviamo con una tifoseria dell’Inter con un entusiasmo alle stelle dopo due quarti posti consecutivi, ed una tifoseria napoletana invece distaccata dalla sua squadra nonostante gli ottimi risultati degli ultimi anni.
Insomma a Milano si vive un entusiasmo tipico partenopeo, mentre a Napoli vi è quasi una freddezza tipica milanese. Ecco perché la società, oltre ad acquistare calciatori funzionali al progetto tecnico di Ancelotti, dovrà provare ad acquistare un nome che infiammi la piazza, che faccia ritornare quell’entusiasmo andato scemando nella seconda parte della scorsa stagione.

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