Scherzare col fuoco

I tifosi partenopei credevano di averle viste tutte in questa estate strana e surreale, per non dire tormentata. Mancava ancora la ciliegina sulla torta. È arrivata puntuale, un martedì pomeriggio, allorquando il Napoli ha diramato il listino prezzi per la sfida del 27 agosto contro il Milan, la prima in campionato al San Paolo dopo l’esordio a Pescara. Ebbene, per avere accesso a una curva, al settore teoricamente più economico di Fuorigrotta, occorrerebbe sganciare 40 euro. Dalla diffusione della notizia sono già passate diverse ore, eppure in tanti continuano sicuramente a nutrire un misto di stupore, rabbia e malcontento. Come se poi questi sentimenti rappresentino una novità ….

Ed è appunto il colpo di coda conclusivo di tre mesi durante i quali il Ciuccio non è stato in grado di evitare figuracce, sbavature e scivoloni. Non ci riferiamo esclusivamente al mercato, ove non tutto è da buttare. Anzi, da qui al 31 agosto il bailamme delle trattative può riservarci ancora qualche sorpresa. Ma queste timide prospettive non riescono a celare sia le falle della rosa sia le mancanze della dirigenza. Mancanze relative soprattutto ai ‘piani B’: studiarli è un conto, attuarli un altro, e se a lavorare è una sola testa (quella di Giuntoli) ci si ritrova sempre con un Napoli bello incompiuto.

Disquisire brevemente di acquisti e cessioni è necessario, ancorché fuorviante. Il mercato infatti rappresenta solo un semplice aspetto di questa stagione rovente, e in esso vi è la vicenda chiave degli errori mediatici e strategici commessi dalla dirigenza. Ossia, il caso Higuain. Le lamentele sul progetto vincente trasgredito da Don Aurelio altro non sono state che futili pretesti. Il Pipita voleva giocare in una squadra dove trionfare senza fatica. A prescindere dall’essersi marchiato d’infamia accasandosi alla Juventus, se era sua intenzione andarsene doveva solamente accomodarsi alla porta. Chiunque l’ha assodato, ormai. Ma non è tutto. Chiunque ha altresì assodato quanto il Napoli si sia mostrato debole. Nel farsi mettere spalle al muro dalla famiglia Higuain. Nel credere testardamente in un lieto fine della telenovela. Nell’illudersi in un ritorno del figliol prodigo. Illudersi, e quindi illudere. Ingannare i tifosi. Invogliarli ad avere fede nel 25 luglio come giorno del riabbraccio e del perdono, creare in loro un sentimento di speranza imperterrita. Salvo poi lasciarli cadere nell’avvilimento e nella rabbia, col rischio di accendere la miccia dell’allontanamento dalla squadra.

La conseguenza logica di queste debolezze è stata la caduta in un cul-de-sac. Un ingorgo caotico da cui hanno avuto origine figuracce, sbavature e scivoloni cui accennavamo in precedenza. Tutto ciò ha spinto pericolosamente il Napoli, De Laurentiis in testa, a scherzare col fuoco nei confronti dei tifosi. Una tendenza della quale si era già percepito il sentore qualche settimana prima di quei terribili giorni di fine luglio, quando è stata presentata la campagna abbonamenti con un prezziario in aumento rispetto alla scorsa stagione (non che le cifre delle annate precedenti fossero basse …). “Solo l’Inter ha delle curve meno care delle nostre” si era giustificato il responsabile marketing Alessandro Formisano. Motivazione accettabile. Ma troppo traballante, presa da sola.

Niente tuttavia in confronto a quanto è accaduto dopo, durante il ritiro di Dimaro. Il silenzio di Sarri, impossibilitato a tenere conferenze stampa e a malapena in grado di rilasciare un’intervista ai colleghi del CorSport. Il silenzio dei giocatori stessi, eccezion fatta per la tavola rotonda a quattro durante la quale era stata annunciata la fatidica data del ‘torna a casa Higuain’. La miseria dell’unico show del patron con tanto di evitabili parolacce colorite. La cancellazione dell’incontro tra il mister, due giocatori e i tifosi “causa di una serie di improvvisi impegni e in vista della seconda partita amichevole […] a Trento”. L’annullamento della tradizionale festa di presentazione della squadra, poi rimandata all’amichevole col Nizza per i novant’anni del club. Con conseguenti proteste dei napoletani in trasferta in Trentino e la toppa del buco decisa dalla società: biglietti omaggio a scelta o per la sfida coi nizzardi o per quella col Milan. Il tutto parallelamente ai beffardi sviluppi della vicenda Pipita e a un mercato fin lì asfittico e deludente, nonostante i soldi della Champions e il bisogno di colmare il gap dalla Signora.

Un contesto piuttosto sconcertante, passibile di far disamorare la gente. Che ha logicamente sfogato il suo livore, sebbene con modalità differenti. La peggiore, ormai consueta da alcuni anni, attraverso striscioni minacciosi e violenti nei confronti del presidente. La migliore, più filosofica e silenziosa, disertando la kermesse del 1° agosto oltreché la sfida di sei giorni dopo col Monaco. Tuttavia per lo storico compleanno un prevedibile deserto avrebbe costituito un danno d’immagine non indifferente. Di qui la brillante idea di dispensare altri biglietti omaggio prelevabili al botteghino n.7. Che fare dinanzi alle proteste di chi aveva già pagato? Semplice: ingresso gratis col Milan. Non riservato però a chi aveva sottoscritto il miniabbonamento per i due match con Nizza e Monaco. Nuove polemiche e rimostranze. Come si mettono a tacere? Facile: ingresso gratis col Milan anche per chi non si è miniabbonato alla doppia contesa italo-francese.

Comunicazioni di vario titolo nel giro di pochi giorni. Eventi cancellati. Meccanismi prima stabiliti secondo precise modalità e poi modificati in corso d’opera con caratteristiche differenti. Un tourbillon da mal di testa per gli appassionati. La spia di una confusione comunicativa e sociale. Indegna di chi vuol ambire a grandi dimensioni internazionali. Irrispettosa nei confronti della piazza.

Si dirà che quei 40 euro controbilanciano tutti gli ‘omaggio’ elargiti. Che non sono stati stabiliti per puro caso: in chiusura di campagna abbonamenti invoglierebbero a staccare il tesserino piuttosto che il tagliando singolo. Che si tratta di una quantità proporzionata al nome dell’avversario (pazienza se poi trattasi di avversario decadente). E che proprio per questo, la gente affollerà le scalee barricandosi in casa senza spendere un centesimo per una settimana. Ma si dirà anche che quei 40 euro sono un’offesa ai poveri. Che un biglietto a una cifra simile non è mai stato venduto nemmeno in Champions, nemmeno dai ricchissimi club di Premier ai loro ricchissimi tifosi. Che l’andazzo potrebbe ripetersi in futuro. E si dirà anche che Don Aurelio ha gettato all’aria le sue idee promettenti di ‘riportare le famiglie allo stadio’, di creare un impianto per tutti. E che ha trovato il modo perfetto per farsi odiare maggiormente. Non solo dai suoi usuali detrattori, ai quali si unirebbe chi ha ormai capito quanto serva una svolta, un cambiamento nelle politiche societarie, un aiuto da parte di persone competenti e serie, settore per settore. Non ultimo quello dell’immagine e della comunicazione. Non sarebbe mai tardi finirla di scherzare col fuoco. Prima che spuntino fuori nuovi striscioni di altre simpatiche teste gloriose. Anche quelle scherzano col fuoco, in effetti.

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