RAFA E AURELIO: COSI’ VICINI, COSI’ LONTANI

DSCF5680Il calcio vero è alle porte. Poche settimane dividono il Napoli dal primo appuntamento importante. Europa, Champions, un obiettivo da non fallire per non condizionare una stagione intera. Il terzo posto dello scorso anno ha evidenziato pregi e difetti di una squadra che necessita di un accorto restyling per competere su tutti fronti e per non tradire le attese sbandierate dalla società più che dal tecnico. Il Presidente ha compiuto un passo avanti importante per quel che concerne la comunicazione. Si è sbilanciato, forse troppo, ha parlato di tricolore, di un organico pronto a contendere il primato alla Juventus e alla Roma. Sicuro, nonostante i ritardi accumulati sul mercato. Prima Andujar, poi Koulibaly e infine Michu. Si, bene, ma non è così che si spostano gli equilibri, che si accorciano le distanze dalla signora. E anche la capitale, solitamente a portata di mano, appare più lontana. Si stanno muovendo nella giusta direzione i giallorossi: spese contenute, investimenti mirati, attenzione costante per quei calciatori lasciati liberi a parametro zero ma ancora in grado di fare la differenza in un campionato italiano sempre più orientato verso la mediocrità. Agire con intelligenza, senza strafare. Gli azzurri, ad oggi, restano fermi al palo, impigliati nella rete del (o dei) centrocampisti, inseguiti e poi mollati per le questioni più varie. Le difficoltà sono evidenti, in entrata e soprattutto in uscita, con diversi giocatori da sistemare altrove per non ingolfare la rosa. Sul tema, il patron, è stato sibillino. Protagonista delle sue recenti dichiarazioni, Dzemaili: “E’ un problema dell’allenatore”. Come a dire: noi non lo svendiamo, se non arrivano delle offerte congrue, resta. E un discorso simile potrebbe riguardare anche Behrami, con il broncio di chi vorrebbe salutare tutti e andar via. Spine nel fianco per il tecnico che avrebbe invece il desiderio (e il diritto) di lavorare con calciatori idonei al progetto. Da qui lo stallo, la sosta che incrementa irrimediabilmente un ritardo già preoccupante. Per la prima volta, tecnico e Presidente, sembrano viaggiare su due binari opposti: ottimista fino all’inverosimile il primo, più cauto il secondo, evidentemente non appagato da quanto fatto in sede di mercato. E poi quel contratto in scadenza il prossimo giugno, ancora da rinnovare. Le parole dell’iberico non hanno fugato i dubbi: “ne riparleremo più avanti”. Dubbi, che di riflesso, potrebbero aver condizionato lo stesso De Laurentiis, forse restio a spendere determinate cifre per calciatori suggeriti da un allenatore in scadenza. Si cercano dunque soluzioni alternative, si valutano prestiti, occasioni a basso costo, per non correre il pericolo di ritrovarsi sul groppone, in un prossimo futuro, elementi non funzionali al progetto tecnico che verrà. Un’ipotesi non lontana dalla realtà che rischia di mettere un freno alle ambizioni del club.

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