PRONTI, PARTENZA, VIA

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“Addio mia bella Napoli” cantava un superbo Enrico Caruso. Il vecchio refrain sembra essere tornato prepotentemente di moda tra le mura partenopee. Note dolenti, note stonate, se si pensa allo splendido campionato disputato dagli azzurri. Ma tant'è, nella squadra vice campione d'Italia, c'è aria di smobilitazione. Un paradosso a tratti imbarazzante. Ma come si è arrivati a questa situazione? Perché la società non ha ancora comunicato il nome del prossimo tecnico? Partiamo proprio dall'allenatore, il Mazzarri che sfoglia la margherita nel tentativo di prendere tempo. Il Presidente le prova tutte pur di non esser costretto a rinunciare al suo timoniere ma è stato Egli stesso a consentire al mister di arrivare a fine campionato senza delineare il suo futuro. Fortunatamente, dopo tanti tentennamenti, è arrivato l'ultimatum: quattro giorni per decidere, altrimenti ognuno per la sua strada. Ma la strana storia non finisce qui, i colpi di scena e le sorprese sono dietro l'angolo. Il caso Zuniga apre un'altra questione, assai spinosa. L'esterno colombiano chiede un sostanzioso aumento dell'ingaggio, altrimenti niente rinnovo. Si rischia un Campagnaro bis per il prossimo anno. Già perché nel frattempo il Napoli ha deciso di non rinnovare il contratto alla colonna portante della difesa, ad uno dei centrali più forti della serie A. Limiti anagrafici, richieste economiche esose, ostacoli insormontabili per Bigon. Paletti dribblati agevolmente per un solo calciatore, Edinson Cavani. Lui è riuscito a strappare (meritatamente) un compenso di cinque milioni di euro annui fino al 2017. Troppo bello per essere vero e per sempre. Incombe la clausola rescissoria, pari a sessantatré milioni di euro. Le strategie per assicurarsi il bomber uruguaiano sono già state messe a punto, il Napoli aspetta in silenzio. La società sembra essere inerme di fronte alla presunta volontà del centravanti di abbandonare la città. Mai un comunicato, mai una dichiarazione “di forza”, la cessione è  ineluttabile. Una politica incomprensibile per un club che dichiara, per bocca del suo stesso Presidente, di voler vincere, di ambire a traguardi ambiziosi. Ma la strada che conduce al successo non può essere percorsa navigando a vista. A quel punto, si tratterebbe solo di un viaggio senza meta

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