IL NAPOLI “PESCA” IL JOLLY: ECCO ZAPATA!

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Avanti così, senza paura. Nonostante l’ultima esperienza analoga non sia stata proprio un successone, il Napoli prova un nuovo colpo “alla Vargas” e piazza il colpo in SudAmerica. Arriva Duvan Zapata, giovane attaccante colombiano preso dall’Estudiantes di La Plata per 7 milioni di euro. Tanti, sicuramente tanti, specie se si guarda al passato. Ma stavolta Bigon e i suoi sono certi: non sarà un buco nell’acqua. 

Si spera che non faccia scherzi, il buon Duvan, anche se il giorno di nascita direbbe il contrario. Nato il 1 aprile del 1991, a Bogotà, Zapata inizia nell’America Cali, giocando da centrocampista offensivo. Sono gli albori di una duttilità tattica che gli sarà poi preziosa in futuro. Esordio in prima squadra nel 2009, con relazioni entusiastiche degli osservatori, che subito gli consegnano l’impegnativo certificato di “nuovo Asprilla”. Duvan convince e si mette in mostra, al punto che nel 2011 (quando l’America retrocede in Segunda Divisiòn) arriva l’occasione Estudiantes di La Plata. Zapata però non riesce a coglierla da subito, complice anche un infortunio che inizialmente ne limita l’impiego e le prestazioni. Poi iniziano ad arrivare i gol (13 in 31 partite nell’ultima stagione) e la fiducia, oltre all’interesse degli osservatori internazionali, che lo vedono all’opera anche nella Nazionale Under 20 colombiana. Il resto è storia recente, una storia di mercato intricata e complessa. Inutile rivangare, tutto è bene ciò che finisce bene e Duvan Zapata è pronto a dimostrare ciò che vale a Napoli, la squadra che l’ha seguito con più interesse e che lui ha voluto di più. 

Veloce e tatticamente intelligente, il giovane colombiano fa della versatilità la sua arma principale: può infatti ricoprire tutte le posizioni offensive, ovviamente con una spiccata preferenza per il ruolo di centravanti. Alto e ben piazzato fisicamente (1,86×80), Zapata ha di recente sistemato anche il colpo di testa, che inizialmente era sicuramente fra i suoi punti deboli. Caratteristiche che avranno tutto il tempo per essere perfezionate: l’importante è crederci e non rinunciarci alla prima difficoltà, come è accaduto lo scorso anno con Vargas, uno dei più grandi rimpianti della storia recente azzurra. La sensazione è che stavolta sarà diverso. Questione di lungimiranza, questione di allenatori…

 

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