NUOVA STAGIONE, VECCHIO NAPOLI. MA A PALERMO BUONA LA PRIMA

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Non suscita euforie eccessive, fa soffrire più del dovuto, provoca imprecazioni e rimpianti per chi non c'è più (Pocho e Mota, quanto ci mancate lì in mezzo…). Eppure, il primo Napoli 2012/13 versione campionato vince e, seppure a spanne, un pochettino convince. Vincono gli azzurri, con un punteggio forse nemmeno tanto bugiardo, dacché il Palermo, Miccoli a parte, ha chiaramente dimostrato di essere un cantiere ancora aperto, e chissà se il vulcanico Zamparini darà al sanguigno Sannino la possibilità di costruirlo a sua immagine e somiglianza. Siamo sinceri: i rosanero, i quali hanno probabilmente da recriminare per quel rigore su Cetto, non hanno fatto sforzi eccessivi per creare apprensioni alla Mazzarri-band e si sono resi pericolosi solo quando i partenopei sono caduti nelle loro ataviche paure, rintanandosi in difesa e complicandosi la vita sui pericolosi calci piazzati del Nano salentino. I guai del Palermo, d'altronde, non offuscano le vecchie pecche del Napoli, quasi come se il copione della scorsa stagione non abbia alcuna intenzione di mutare. Abbiamo appena parlato di ataviche paure, di difesa chiusa e in apprensione. Non è l'unico retaggio dell'anno 2011/12: chi di noi, osservando la partita nel primo tempo per un buon quarto d'ora fino al goal di Hamsik, non ha pensato "oddio, sempre le stesse azioni, sempre quel lancio lungo di Cannavaro, sempre Cavani costretto a dover rincorrere palla nel deserto, sempre Inler che non partecipa al gioco e che il gioco non lo costruisce"? Cose vecchie, appunto, un dejà-vu che già lasciava presagire pensieri e previsioni funeste per il futuro. Negatività spazzate, fortunatamente, dalla rete di Marekiaro, anche quella una cosa vecchia, un'abitudine piacevole, piacevole come l'azione che ha portato lo slovacco davanti a Ujkani, laddove la parte del Leone è stata recitata da Maggio: il suo assist per il numero 17 partenopeo è un origami.Una certezza Hamsik, dunque, un altro dato di fatto al quale eravamo già abituati. Così come un'altra certezza è Cavani, che dinanzi alla sua vecchia squadra si esalta (e da gran signore non esulta). Una certezza non solo per il goal, bensì per la sua prestazione ammirevole, segno evidente che il Matador ha smaltito le scorie fisiche e mentali post-Olimpiade. Una certezza come lo è Maggio, instancabile su quella fascia destra e freddo davanti al portiere avversario al pari dei migliori bomber, cosa anche questa non nuova. Come non è nuova la generosità di Campagnaro, mai tiratosi indietro nelle sue sortite offensive. In mezzo a molte cose già risapute e note (purtroppo anche negative: vedi alle voci Britos, Aronica e, appunto, Inler) ci sono, però, anche alcuni fattori di novità. Il tanto atteso Insigne, per esempio: fin tanto che i crampi non hanno avuto la meglio, ha dato a intendere quel che sarà il suo modo di giocare, ovverosia svariare da una zona all'altra del fronte offensivo, un biglietto da visita non da poco per un debuttante in serie A, sebbene occorra tempo per dargli un giudizio completo e definitivo. Behrami, per esempio: la sua prova non è da buttare del tutto, tuttavia in linea mediana non ha messo né tolto. Ad ogni modo, anche per quanto concerne l'elvetico bisogna saper aspettare il giusto lasso di tempo per lodarlo o condannarlo. E, dulcis in fundo, Vargas: pochi minuti in campo gli sono bastati, finalmente, per realizzare la prima cosa utile da quando veste l'azzurro, il perfetto assist vincente per Cavani. Mica male per uno che fino a stasera era sul piede di partenza. Ha supplicato Mazzarri dicendo che ha voglia di giocare con i nostri colori: dopo la prestazione di Palermo, ci pare di asserire che da parte del diretto interessato le buone intenzioni ci siano, altroché.Vecchi problemi, vecchie certezze e delle curiose e interessanti novità: la primissima istantanea del quarto Napoli mazzarriano, pertanto, è questa. Un quadretto non proprio eccezionale, ma che almeno per il momento consente di guardare all'avvenire con cauto ottimismo. La Fiorentina, che ha operato una campagna-acquisti intelligente e che ha battuto alla grande la quotatissima (e sopravvalutata) Udinese, è già all'orizzonte. Non sono poche le messe a punto che l'umile Walter dovrà operare al motore-Napoli, tanti gli aspetti ai quali gioverà dare un'occhiata approfondita. Ma le prospettive da qui a sette giorni, e più in là agli appuntamenti successivi, possono essere analizzate senza troppa ansia e con meno preoccupazioni di quante se n'avevano sinora. Buon campionato, Napoli! Che la forza e la buona sorte siano con te!
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