NAPOLI-REAL MADRID 30/09/1987

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L’ attesa era spasmodica. A Napoli, per la prima volta, per una gara di Coppa Campioni, si presentava la leggenda delle leggende: il Real Madrid. Per l’ occasione, la Società alzò come prevedibile un…tantino i prezzi, tanto che, per acquistare un tagliando di curva, era necessario sborsare la bellezza di £. 27.500 ( siamo nel 1987 badate bene ). Ma, giustamente, il tifoso comune ragionò pressappoco così: " Una vita appresso al Napoli, ed ora vuoi che non vada a vedere il Real Madrid " ?. La situazione era difficile, c’ erano da recuperare due reti, ma ciononostante nella città e nella squadra serpeggiava una certa fiducia nelle qualità balistiche dei neo – campioni d’ Italia. Tre giorni prima ( allora anticipi o posticipi erano previsti solo per gare di semifinale in su ), a Pisa, gli azzurri avevano vinto praticamente…senza giocare il 2° tempo, dato che alla fine del primo, una rondella di ferro aveva colpito al capo Alessandro Renica, a seguito di intemperanze scoppiate dopo l’ espulsione del difensore pisano Elliot. I toscani poi vinsero per 1 -0, ma il Napoli, ben conscio di avere match vinto a tavolino, pensò bene di risparmiare le gambe in vista delle " merengues ". Sempre a Pisa, reduce da un brutto infortunio che l’ aveva costretto a saltare l’ incontro di Madrid, si era visto per la prima volta in campo quello che diventerà nell’ immaginario popolare " ‘O treno ", al secolo Antonio Careca da Araquarara , Brasile. Agli ordini dell’ arbitro tedesco Pauly, Ottavio Bianchi così schierò la squadra : Garella, Ferrara, Francini. Bagni, Ferrario, Renica. Careca, De Napoli, Giordano, Maratona, Romano. Il Real rispose con Buyo, Chendo, Solana. Tendilo, Snchis, Gordillo. Butragueno, Michel, " Hugol " Sanchez, Gallego, Martin Vasquez. Con la spinta di un S. Paolo ribollente di passione, Diego e c. iniziarono la sfida a spron battuto, metaforicamente parlando con il sangue agli occhi, aggredendo senza sosta la metà campo spagnola. Dopo appena nove minuti, un confuso Buyo respinge corto un colpo di testa di Francini, che lesto come un falco ribadì la palla in rete, facendo letteralmente…eruttare il S. Paolo. A questo punto tutto era possibile : il Napoli continuava a spingere, la sicurezza del Real cominciava a vacillare terribilmente. Ma, ahimè, proprio uno dei giocatori più attesi, forse non ancora fisicamente al meglio, " tradì " la causa azzurra. Per ben due volte Antonio Careca, a due passi da Buyo, non sfruttò incredibilmente occasioni più difficili da sbagliare che da realizzare. Il Real continuava a sonnecchiare, ma ecco che improvvisamente al 44°, piazza il colpo letale : su un apparentemente innocuo lancio dalla tre quarti, veloce come una gazzella, comparendo come un fantasma, Emilio Butragueno fa capire a tutti perché viene soprannominato " El Buitre ", l’ avvoltoio. Con un tocco morbido dal limite dell’ area beffa fino ad allora un inoperoso Garella, che pur era tempestivamente uscito per evitare la mazzata. Il 2° tempo si giocò praticamente per onor di firma, dopo che al 48° Careca, finalmente al tiro in maniera convincente, si vide negare da Buyo un gol praticamente fatto. Così, il 30 settembre 1987, pur in maniera più che dignitosa, sfumò il sogno di una notte di fine estate, coltivato da sempre da tutto l’ impagabile popolo di Fuorigrotta.

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