Napoli e il tabù del Friuli

Maledetta Udine, così potremmo riassumere i precedenti tra Napoli e Udinese nelle ultime stagioni. L’ultimo successo al Friuli il Napoli l’ha colto quando in panchina sedeva un certo Edy Reja, mister originario di queste terre. Era il 2 settembre 2007, ricordarlo oggi, nonostante siano passati otto anni e passa, è facilissimo. Perché ci sono delle immagini che non si possono dimenticare. Zalayeta, Domizzi, Sosa. E ovviamente Lavezzi, che in quella partita, dopo la prima notte di nozze bella ed effimera del San Paolo (tripletta in Coppa Italia al Pisa), ricordò a tutti cosa potesse voler dire un grande giocatore sudamericano al Napoli. In Serie A, contro le squadre grandi e meno grandi, che però facevano l’andirivieni tra l’Europa e la metà classifica. Un po’ come quella Udinese, che due stagioni prima aveva addirittura giocato la Champions League.
Poi né il toscano Mazzarri (per 4 volte, uno 0-0 e un 2-2 in rimonta con doppietta di Cavani che sbagliò anche un rigore), né lo spagnolo Benitez (in 2 occasioni, sconfitta lo scorso anno e pareggio due anni fa con un errore in fase di rilancio di Reina) hanno saputo cogliere l’intera posta in palio.
E così il parziale degli UdineseNapoli di campionato dal 2008-2009 racconta di 3 successi per i padroni di casa e 4 segni “x“. Lo scorso campionato, pur dominando tutta la partita e colpendo anche un palo con Gargano, il risultato fu ingiustamente di 1-0 con rete in spaccata di Danilo, nata da una deviazione di Koulibaly.
L’udinese, forte di questo tabù e del nuovo allenatore, proverà a conquistare punti fondamentali per la lotta salvezza. Punti, che, tra le mura amiche ha decisamente regalato agli avversari, vedi Domizzi nella gara con l’Inter, la passeggiata della Juve nei primi quarantacinque minuti. L’ultima, in ordine cronologico, la Roma di Spalletti e il conseguente cambio in panchina da parte dei bianconeri con l’arrivo di De Canio.
Ma si sa, quest’anno il Napoli di Sarri ci ha abituati diversamente, il livello della rosa è molto più alto e dopo aver sfatato vari tabù tra Milano, Verona e Bergamo è tempo di superare un altro esame nel momento decisivo del campionato, dove non sono ammessi passi falsi per continuare ad inseguire una Juve aiutata dai soliti favori arbitrali e sperare che quel sogno possa diventare realtà. Otto finali, si parte da Udine, poi arriverà il Verona al San Paolo con un piede già in serie B, ma non bisogna sottovalutare gli impegni sulla carta abbordabili, in vista del “big-match” con l’Inter.

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