IL NAPOLI COME PENELOPE: TESSE LA TELA E LA DISFA
Gli azzurri sembrano ormai vivere della sindrome di Penelope, moglie di Ulisse, che tesseva la tela di giorno ma la disfaceva di notte. E anche ieri sera nonostante la doppietta di Callejon che a pochi minuti dal fischio finale sembrava aver lanciato gli azzurri a 2 punti dalla Samp terza, le solite amnesie difensive hanno permesso all’Inter di raggiungere un insperato 2-2. Ma non è solo ieri che il mal di difesa è venuto a galla. E’ dall’inizio del campionato che il Napoli soffre di “mal di testa” o mal d’angolo, un virus che porta le sue radici sin dai tempi mazzarriani e si è riproposto anche lo scorso anno con Benitez e a cui sembra non sia stata ancora trovata la medicina giusta.
I numeri – Le statistiche parlano chiaro: su 14 gol subiti dagli azzurri da Bilbao ad oggi ben 4 reti sono arrivate su azione da calcio d’angolo (Bilbao, Sparta Praga, Palermo, Inter), 1 su calcio piazzato (Udinese), 3 su cross dalla fascia destra. Quindi quasi il 60% delle reti subite dal Napoli sono nate non da azioni manovrate degli avversari ma da situazioni che andrebbero studiate e approfondite a dovere. Dopo il Palermo sembrava che la difesa avesse capito alcuni meccanismi ma i due gol di ieri hanno riacceso il virus.
Uomini o Caporali? – Parafrasando il principe della risata ci verrebbe da chiedere se sia davvero un problema di uomini, ma forse no. Basti pensare che nei 3 gol presi su azione dalla fascia destra c’era sempre un terzino diverso…Maggio a Genova, Henrique con il Palermo e Zuniga con l’Inter…a questo punto manca solo Mesto da provare. In tutte le circostanze l’avversario lasciato libero di crossare e sarebbe bastata un po’ di aggressività in più. Ben più preoccupante la situazione su calci piazzati e angoli dove gli avversari svettano indisturbati riuscendo anche a segnare a pochi passi nell’area piccola….ma una volta non era terra di conquista per i soli portieri?
Il mercato ha portato centimetri con l’innesto di Koulibaly e David Lopez ma sembra non essere bastato e c’è chi si chiede se l’uscita di Fernandez non sia stata un po’ troppo frettolosa. Vedendo le amnesie di Albiol in questo periodo, un alternativa che conoscesse i movimenti della linea a 4 di Benitez sarebbe stata fondamentale considerando che Henrique è ancora alla ricerca della forma migliore dopo il Mondiale e Britos è ormai il miglior esterno sinistro nello scacchiere azzurro visto il rendimento calante di Ghoulam.
A questo punto bisogna che Benitez e i suoi trovino la medicina giusta a questo “mal di testa” più che con gli uomini con le posizioni degli stessi, specie dei centrocampisti, spesso troppo morbidi a centro-area che lasciano troppo spazio all’assalto dei Proci. L’Odissea è il caso che finisca e che Ulisse ritorni a casa e che la tela di Penelope una volta tessuta non venga più disfatta.