LO ZIBALDONE AZZURRO: INTER-NAPOLI DALLA A ALLA Z!

Tutto (o quasi) quello che è successo dalla conferenza pre-gara al post-partita lettera per lettera

Attesa, quella della squadra per quasi un’ora; l’Inter non punge ma San Siro dorme sonni tranquilli.

Britos, quando la sostituzione si rivela fatale; la mancanza dei suoi centimetri contribuisce al 2-2 dei nerazzuri. Chi l’avrebbe detto che avremmo rimpianto il buon Miguel..

Calle-gol, gli aggettivi per questo ragazzo sono finiti; due gol alla sua maniera, diagonale secco e tiro al volo ad incrociare, con buona pace del Cholo.

David, e su Twitter non si twitta più; non è Mascherano, ma alla Scala del Calcio sfoggia una prestazione di sostanza e si inventa un assist per Callejon con tanto di saluto ai geni da tastiera.

Ectoplasma, e non ce ne vogliano gli innamorati di Hamsik. San Siro chiama, Marek dorme; insomma, niente di nuovo.

Fiducia, è la parola più utilizzata del week-end; l’atteggiamento in campo, però, ne da tanta ai nerazzurri, che appaiono in ogni caso più morti che vivi.

Gargano, galeotto fu lo zigomo; chiede di giocare nonostante l’infortunio, va a caricare i compagni prima della partenza. Gladiatore in miniatura.

Higuain, la traversata da Hong Kong si fa evidentemente sentire; stecca su un palcoscenico da lui privilegiato, a questa squadra serve il miglior Pipita.

Influenza, è girata a Milano nonostante il gran caldo. Ko prima e Ko dopo, Hernanes gli evita il gancio decisivo per metterlo definitivamente al tappeto.

Lorenzo, una prestazione da cuore azzurro; gioca 60’ minuti da terzino sinistro e quando inventa per Higuain fa drizzare i capelli al vate di San Vincenzo.. questo ragazzino dalla B.

Milano, quella interista resta anche questa volta stregata: i centimetri nella passata stagione, le bambole azzurre in retrovia quest’anno. Dannazione!

Nefasta, la stagione, dopo due mesi, di Raul Albiol; l’acerbo Koulibaly continua a far figuroni, l’esperto spagnolo figure.. non belle, diciamo così.

Orsato, e i problemi con la matematica: autorità e arroganza non sono equivalenti, urgono ripetizioni.

Pecche, di reparto e individuali, vengono fuori con disarmante evidenza sui due gol: la sofferenza sulle palle inattive è un classico, la mancata diagonale di Ghoulam pure.

Quattro, sfuma in modo beffardo il poker azzurro sul tavolo verde più prestigioso; peccato per un primo tempo da ufficio inchieste.

Rafa, ce ne sono due nel match di San Siro; quello del primo tempo ci dovrebbe spiegare l’atteggiamento della squadra, quello del secondo indovina tutto e mette in crisi il collega livornese.

Sonno, se ne fanno uno, e bello grosso, Zuniga, Inler, Lopez e Ghoulam, e addio sogni di gloria.

Testa, non la perdono i nerazzurri quando vanno sotto per due volte a pochi istanti dal baratro.

Urgente, il problema tra i pali da risolvere; incertezza e paura, Rafael deve ritrovarsi per non mettere a rischio la salute di sei milioni di persone su ogni pallone vagante nell’area di rigore.

Vedove, in tante partono anzitempo per Milano e il risultato è la sala stampa semivuota.. mamma quante ce ne sono.

Zuniga, torna nella sua posizione naturale giocando con sufficienza; buonissima l’intesa con Callejon, ma l’atteggiamento su Dodò in occasione del 2-2 è da schiaffi.

 

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