Milano maledetta

Alle spalle una settimana travagliata e che fortunatamente per Ancelotti si è conclusa con l’interruzione della trattativa per il passaggio di Allan al Psg, il Napoli torna a rituffarsi nel campionato per dare continuità alla brillante e convincente vittoria ottenuta con la Lazio. La prima di due notti milanesi, un mese dopo i fattacci del 26 dicembre e l’opaca prestazione degli azzurri nella San Siro meneghina. Prima una importante sfida di campionato utile per cercare di mettere pressione alla Juventus impegnata domani a Roma con la Lazio, poi quella ancora più importante (di fatto decisiva) in Coppa Italia, valida per il passaggio alle semifinali. Out Allan per ovvi motivi, confermatissimo invece Fabian Ruiz in mediana; al suo fianco Zielinski (un pò a sorpresa). Davanti Insigne, Mertens, Milik e Callejon: le quattro bocche di fuoco partenopee, tutte in campo contemporaneamente. Formazione super-offensiva e imbottita di qualità: Ancelotti non fa calcoli e schiera gli uomini più tecnici che ha a disposizione; non era mai accaduto. Come se di fronte ci fosse l’ultima in classifica e si giocasse in uno stadio di periferia: un atto di coraggio clamoroso, che mette di fronte i piedi buoni degli azzurri ai robusti e rocciosi interditori di Gattuso, quali Kessie e Bakayoko. Il Napoli palleggia, evidentemente. Ma lo fa con un possesso talvolta sterile nella prima frazione: è molle e senza idee il giro palla; poca personalità negli ultimi venti metri. Il Milan è guardingo, invece, umile e ben posizionato dietro la linea del pallone: ci prova in ripartenza e col veleno del solito Cutrone. La squadra di Gattuso sbaglia diverse volte l’ultimo passaggio o la conclusione vincente, eppure sembra tutto sommato più intenso e rapido nelle transizioni: sul taccuino le conclusioni di Calhanoglu ed un paio di interessanti azioni di Suso. Primo tempo discreto, quello che c’aspettavamo. È il Napoli a deludere: mancano ferocia e ardore agonistico; la manovra è lenta, prevedibile ed inconcludente. Zero gol, ma anche zero occasioni prodotte. Mertens e Milik non la prendono mai; Insigne ancora lontano parente dal vero Insigne. Ancelotti insoddisfatto, e ne ha ben donde. Meglio nella ripresa, nettamente. Quando il Napoli ha dato la sensazione che da un momento all’altro qualcosa potesse accadere. Callejon scheggia la traversa, Milik in girata centra in pieno Donnarumma, così come Zielinski qualche istante dopo al volo. Segnali positivi, incoraggianti, perlomeno veementi. Cresce il Napoli, nel ritmo e nella frequenza delle sue giocate. Ma non basta. Servirebbe l’ispirazione del singolo, uno spunto individuale a far saltare il banco. È la classica partita bloccata, molto simile al Milan-Napoli dello scorso anno: inchiodata sullo 0-0, che andrebbe risolta da un colpo estemporaneo. Breve parentesi Milan, con Musacchio vicino al vantaggio, e quindi solo Napoli. La chance per Zielinski in contropiede ed il doppio giallo (quindi rosso: già ammonito) a Fabian le “emozioni” conclusive. Cala il sipario su una Milano quest’anno “maledetta” (espluso anche l’ex di turno Ancelotti). Un solo punto raccolto e zero gol fatti nelle ultime quattro alla “Scala”. Un passo indietro evidente rispetto ad una settimana fa, certamente sul piano della prestazione. Il Napoli è apparso scarico e meno brillante, oltre che senza la giusta velocità ed aggressività per superare un modesto Milan. L’obiettivo scudetto rischia oramai di sfumare definitivamente ed il rischio di dover puntare tutto sulle coppe sta per diventare realtà. Martedì la replica. Di nuovo al Meazza, di nuovo contro il Milan. Sfida secca e che probabilmente “conterà”, peserà di più. E sposterà già abbastanza dell’economia generale della stagione.

Alessio Pizzo

Studente in Comunicazione Digitale, appassionato di calcio, tecnologia e buone letture. Vanta già esperienza giornalistica con 100 *100 Napoli

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