MAURIZIO DOMIZZI, QUANDO IL GOL ARRIVA DA LONTANO

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Maurizio Domizzi, 28 anni. Difensore, che sia centrale o esterno non ha importanza. I frequentatori di Sky lo riconoscono come il roccioso difensore, i fedeli di Mediaset premium lo ricordano come “Il muro del pianto” dettato dalla solenne vena creativa del commentatore partenopeo. Altri lo ricordano in vesti diverse, più che per il fisico e il suo modo rude in mezzo al campo, lo riconoscono dal suo modo di calciare il pallone con quel sinistro tagliente, capace di tagliare in due qualsiasi cosa gli si presenta sulla sua strada.

ISTINTO PRIMORDIALE. Apriamo un vero gioco di ruolo: a chi potrebbe assomigliare Maurizio Domizzi? Difficile dirlo, anche se la sua vena di goleador in sincronia con il ruolo naturale, lo potrebbe portare alla somiglianza con Materazzi; Maurzio è un tipo duro, grintoso, orgoglioso. In ogni partita c’è sempre un Domizzi contestatore nei confronti di arbitri e avversari perché lui è fatto così, se una cosa non gli sta bene, deve dirla così come sta; non perde tempo nell’intervenire energicamente su un avversario perché lui le buone maniere le lascia a casa con la famiglia, nonostante tutto mantiene classe e personalità. Appena la palla finisce in corner, lui si getta nell’area avversaria per fare gol che sia di testa o di piede non importa perché riesce a farlo in qualsiasi modo, se lo ricordano i tifosi del Verona quando lo videro inzuccare di testa, se lo ricordano quelli dell’Udinese che lo videro girare col sinistro una palla vagante, tutto nel modo più semplice possibile: istinto. Già, istinto, quella parte di ogni calciatore che a volte va messa da parte lasciando il posto alla razionalità e che invece lui sfoga appena può. Il suo istinto gli dice di calciare da trenta metri e lo fa, gli dice di intervenire drasticamente per fermare qualche azione corsara e lo fa, senza rimpianti, senza pensarci su due volte e tutto con classe, con intelligenza perché non è da lui nascondersi dietro un dito e Napoli lo ha capito bene ed è per questo che “Il muro del pianto” è solo per gli avversari perché per Napoli è semplicemente il difensore roccioso che non fa sconti, né quando si tratta di giocare, tantomeno quando si tratta di parlare.

IL CROCEVIA D’UNA CARRIERA. Maurizio Domizzi nasce a Roma il 28 Giugno del 1980, come ogni uomo sotto il segno del Cancro, cerca la riservatezza portando avanti ogni cosa con le proprie mani senza chiedere nulla perché nulla dovrà restituire. Anche se tifoso della Roma, inizia la sua carriera nelle fila della Lazio portandosi dalle giovanili alla prima squadra senza, però, ricavarne una presenza; nell’Ottobre del 1998 passa al Livorno dove resterà fino al 2000, qui razzola 23 presenze e un gol cominciando a lievitare la sua buona stella. Il Milan lo acquista nel 2001 per poi girarlo al Modena dove nella stagione 2001-2002 mette in mostra le sue qualità siglando 2 gol in 17 presenze. In Emilia si riconosce anche duttile tatticamente spostandosi dal centro di difesa a terzino sinistro; lo nota la Sampdoria che ne acquista la comproprietà; a Genova resta un anno e mezzo con 1 gol in 33 presenze prima di tornare al Modena in prestito per poi conoscere Brescia, ma è ad Ascoli nella stagione 2005-2006 che il volto di Domizzi diventa noto: 34 prese e 5 gol. Nelle marche riscopre varie soluzioni a lui nuove come il calcio piazzato e la posizione da regista; lo nota Marino che come un falco lo porta all’ombra del Vesuvio in serie B prelevandone la metà del cartellino: 36 presenze e 2 gol alla sua prima stagione, gol pesanti perché arrivati nel finale di stagione a Bologna prima e Verona poi; a Cesena andò vicinissimo al primo gol e quell’incrocio della porta difesa da Turci sarà ancora intimorito dopo quella sassata scagliata da trenta metri su calcio piazzato. Napoli gli concede il bis nella stagione del grande rilancio in massima serie e lui proprio non se la lascia scappare: la sua media voto è tra le più alte della squadra costruite nelle 28 presenze, media voto innalzata dalla casella dei gol realizzati, 8 miglior score della carriera. Dagli undici metri ha stregato Buffon due volte, non uno qualunque, superando un altro difensore che nella storia del Napoli esaltò il pubblico a suon di gol: André Cruz (6 gol nella stagione 1994/95). Domizzi da qualche tempo sbuffa, forse perché vede in nazionale qualcuno che non ha fatto certo il suo corso, forse perché Napoli gli ha già dato tutto, forse perché a 28 anni non è mai troppo tardi per chiedere ancora di più; Napoli per lui, sembra essere il punto di lancio definitivo, una specie di Cape Canaveral del calcio invece di identificare questa maglia come la Luna sognando Marte.

PRENDERE O LASCIARE. Napoli ha chiuso il suo ritorno in massima serie con una stagione esaltante: obiettivo salvezza tranquilla, missione andata ben oltre conquistando l’Intertoto e tutto è passato anche da Domizzi, adesso che la missione è andata in archivio si pensa al domani e a quel che resta di un rapporto giunto forse al capolinea. Domizzi già da Gennaio ha fatto capire che vorrebbe lasciare Napoli, le voci sui motivi sono tante e nessuna è confermata da più parti, sta di fatto che potrebbe crollare “Il muro del pianto” così come il muro di Berlino, forte e possente nel difendere la guerra fredda, fragile e inutile in un’Europa che cambia a livello sociale così come il Napoli cambia sul piano calcistico. Molte sono le società interessate a lui: Genoa, Fiorentina, Roma e anche qualche club inglese; tutti sono consapevoli delle sue qualità, ma tutti sanno anche che il caratterino pepato non è facile da gestire e a Domizzi non interessa: Prendere o lasciare, tanto di difensori goleador oramai, la cantina è vuota e sarà difficile anche per il Napoli sostituirlo, forse non tanto sul piano tattico dove altri tipi di rocciose sentinelle della difesa esistono e come, il problema sarà dimenticare il suo sinistro a undici metri dalla porta per una tifoseria pronta ad amare e ringraziare, ma a lasciarsi anche ricordi e strascichi. Come già detto, questo a Maurizio Domizzi non interessa e forse neanche ai tifosi partenopei, ma alla società? Il countdown al lancio è iniziato già a gennaio…

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