MAREK HAMSIK, CHE COSA SEI?

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Discutere di Marek Hamsik è veramente difficile, soprattutto per chi parla con il cuore. Non è nostra intenzione metterlo sul banco degli imputati, lo diciamo subito, ma forse è giusto analizzare più serenamente un calciatore più discontinuo che talentuoso. E’ negli occhi di tutti l’immagine di quel regazzino, che sette anni fa all’esordio in serie A, giocava con la qualità e la calma del veterano pur avendo solo vent’anni. I complimenti su di lui si sprecavano, i tifosi si spellavano le mani per gli applausi e c’era chi parlava del futuro pallone d’oro. Doti di corsa, coordinazione, tiro e capacità d’inserimento le sue caratteristiche migliori ma, ogni anno, ci si aspettava il definitivo salto di qualità. Reja lo faceva giocare mezzo sinistro in un centrocampo a tre, probabilmente il ruolo migliore per lo slovacco mentre Mazzarri lo schierava nei due dietro la punta sulla destra. Quest’anno Benitez l’ha messo nei tre dietro la punta nel 4-2-3-1 che, a detta di tutti, doveva essere la sua migliore collocazione. Ed invece questa è probabilmente la sua peggiore stagione. La sua collocazione in campo non è così facilmente definibile: c’è chi dice che può giocare in ogni ruolo, chi lo vede centrocampista e chi lo vede mezz’ala ma poi, in più di un’occasione, Marek finisce per non essere nessuno di questi. I paragoni con Lampard e Gerrard sono, onestamente, un po’ azzardati anche se i numeri di Marek, soprattutto in fase realizzativa, sono stati sempre buoni. Allo stesso modo, è stata sempre evidente la sua discontinuità. Calciatore capace di non essere notato per ottanta minuti che però, al momento giusto, può darti la stoccata definitiva. C’è chi ha detto che “si accende e si spegne”, chi ha detto che “bisogna mettere prima lui in campo e poi costruirgli la squadra intorno” fatto sta che Marek ha sempre mostrato dei limiti caratteriali e non è mai riuscito a prendere la squadra per mano soprattutto nei momenti di difficoltà. E se non lo fai per ben sette anni, forse non lo farai più. Ricordiamo tutti Gattuso che gli ringhiava contro e lui che abbassava la “cresta” e quell’immagine la dice lunga sulla personalità dello slovacco. Quest’anno è forse la sua peggior stagione e ciò non è imputabile al modulo perché, un giocatore come lui, dovrebbe sempre trovare la posizione in campo. Probabilmente la maggiore competitività nel ruolo, il fatto di avere calciatori di un calibro elevato come Higuain, Callejon e Mertens e non più sconosciuti in cerca di fortuna a Napoli, hanno fatto perdere qualche certezza a Marek che non è più al centro di un progetto ma è diventato uno dei tanti. Probabilmente qualche stimolo perso, dopo sette anni ci può anche stare, ma si sta assistendo ad un’involuzione enorme con passaggi sempre scontati, nessuna giocata, e soprattutto nessun gol a parte l’inizio del campionato. Che sia il preludio di un addio? Il presidente stravede per lui ma Benitez non può non aver notato che lui non fa la differenza nemmeno contro le piccole e probabilmente si sta chiedendo, come noi, “Che cosa sei?”…..


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