MALA TEMPORA CURRUNT
Il momento negativo del Napoli continua. Dopo la sosta ci si attendeva una grande prestazione da parte degli azzurri, reduci dalla sconfitta di Crotone. Invece, arriva uno striminzito pareggio interno, conseguito al termine di una prova a dir poco deludente. Di questo passo, non si andrà molto lontano. L’unica nota positiva del pomeriggio odierno è la salvaguardia dell’imbattibilità al San Paolo, messa in pericolo dal vantaggio barese del primo tempo. Edy Reja schiera il tanto invocato tridente: Roberto De Zerbi gioca in avanti assieme a Bucchi e Calaiò. La mossa non produce i risultati sperati. La questione è sempre la stessa dall’inizio del torneo: questa squadra non ha un briciolo di organizzazione di gioco. L’unico schema, tra l’altro ripetuto in maniera ossessiva, è il lancio lungo dalla difesa verso la testa prima di Bucchi e, nella ripresa, di Sosa. La formazione del tecnico friulano davvero non riesce ad offrire di meglio. I calciatori appaiono appesantiti nelle gambe, privi di qualsiasi idea. Tutto è affidato all’improvvisazione, sperando nel colpo di qualcuno dei giocatori di maggior talento. In questo contesto ci si ricollega all’errata valutazione operata nel mercato di gennaio, ossia quella di non acquistare un metronomo a centrocampo. Un calciatore come Milanetto del Genoa, ad esempio, avrebbe fatto sicuramente al caso del Napoli. La difesa, incolpevole in occasione dell’eurogol del giovanissimo Eramo, è parsa oltremodo in difficoltà a causa delle rapide verticalizzazioni dei galletti pugliesi. Il centrocampo, in ogni caso, è il reparto che palesa i maggiori problemi. Amodio e Dalla Bona ne sono l’emblema: due calciatori dal passo troppo lento, il cui contributo odierno è stato nullo. E, in più, hanno fallito due occasioni per centrare i tre punti. Sugli esterni, come sempre, ci sono i terzini Grava e Savini i quali, nonostante la lodevole abnegazione, dimostrano i loro limiti in fase offensiva. L’unico a salvarsi nella linea mediana azzurra, manco a dirlo, è il solito Mariano Bogliacino. L’uruguagio è giunto al quinto centro in campionato ed è stato di gran lunga il migliore in campo. Purtroppo oggi predicava nel deserto. Capitolo attacco. Come già detto, il tridente non ha dato i risultati sperati. De Zerbi era in giornata no: non ha creato particolari pericoli e nella ripresa è stato rilevato da Trotta. Calaiò si è dato un gran da fare, ma il momento negativo di tutta la squadra ha finito per coinvolgerlo appieno. Christian Bucchi è stato, come a Crotone, inesistente: l’unica traccia della sua presenza in campo è stata la bella punizione con la quale si è sfiorato il vantaggio. Di lì il nulla. Meritatissimi i fischi che hanno accompagnato la sua uscita dal terreno di gioco. Sosa, subentratogli, questa volta non è riuscito a vestire, come in passato, i panni dell’uomo della provvidenza. Alla luce dei risultati delle altre la classifica non è tuttavia da buttare. Il Napoli è a quota 50 al pari di Bologna(1 – 1 ad Arezzo), Piacenza(sconfitto di misura a Lecce) e Rimini(vittoria interna per 2 – 0 contro il Treviso). Il Genoa, che ieri ha battuto con qualche patema d’animo l’Albinoleffe, è due punti sopra questo quartetto. Nulla è compromesso, ma continuando con questo trend di risultati il futuro si fa sempre più difficile. Tre punti nelle ultime quattro gare sono davvero una miseria per una squadra che intende salire in A. Il gruppo adesso deve fare quadrato intorno a sé, in vista delle prossime due trasferte a Bologna e Torino. Gli azzurri, nel corso del torneo, hanno dimostrato di essere compagine tosta, capace di giocarsela ovunque: è arrivato il momento di dimostrarlo.