Lo Zibaldone azzurro: Liverpool-Napoli dalla A alla Z

Riviviamo la partita di ieri sera con il classico gioco dell’alfabeto

Atteggiamento formato Champions, con cui il Napoli scende in campo e disputa una gara di altissimo livello dopo un mese e mezzo di agonia totale. Che sia la ripartenza definitiva!

Brividi quando i tifosi inglesi cominciano ad intonare il celebre “You’ll never walk alone”, il calcio vero si gioca ad Anfield. Tempio da celebrare eternamente.

Crescono a dismisura le percentuali di qualificazione del Napoli, con l’obiettivo primo posto che non appare più così impossibile.

Dimensione ribaltata del Napoli nel giro di soli quattro giorni. Da brutto anatroccolo ad aquila reale, sperando che le metamorfosi possano finire una volta per tutte.

Estenuanti i minuti di attesa per la convalida del vantaggio. Momenti di ansia interminabile e poca chiarezza. Sul filo del rasoio infinitamente…

Ferocia agonistica e sangue agli occhi. Gli azzurri hanno giocato in questo modo dal primo all’ultimo istante, dimostrando di avere unità d’intenti.

Giganteggiano i tre centrali difensivi che sono quasi insuperabili. Prestazioni spaventose da parte di Maksimovic, Manolas e Koulibaly che dominano nella propria area di rigore.

Henderson- Il generale dei reds, dalle sue parti si passa raramente. Detta i tempi di gioco e svolge un lavoro eccellente in fase di interdizione. Imprescindibile.

Impronosticabile un risultato del genere, dopo tutte le macerie delle ultime settimana. Come d’incanto è tornata la migliore versione del Napoli, ma questo non basta se si vuole salvare una stagione fin qui altamente negativa.

Lovren- In campo dal primo minuto per gli acciacchi di Matip, il centrale difensivo dei reds riesce a staccare più in alto di tutti per il gol del pari. Un peccato subire l’unica marcatura degli avversari su situazione di palla inattiva.

Momenti di grande emozione ed incredulità al gol di Mertens, che manda in visibilio i due mila supporters partenopei accorsi ad Anfield. Fare 4 punti contro i campioni d’Europa e i dominatori incontrastati della Premier non è nella normalità.

Novotel, l’albergo in cui alloggiavano gli inviati di Pianetanapoli, che ha offerto un servizio di altissimo livello oltre ad un’accoglienza che andrebbe diffusa in tutto il mondo.

Orgoglio e cattiveria che ora vanno confermati anche in campionato, con l’obiettivo di fare punteggio pieno fino a Natale. Guai a fallire!

Pragmatico stavolta il Napoli, che bada al solito effettuando un catenaccio sicuramente non bello da vedere, ma necessario per fermare una compagine di extraterrestri.

Qualificazione che ora può essere ottenuta con un semplice pari contro il Genk al San Paolo. Tuttavia bisogna riscattare la figuraccia della Luminus Arena e vincere a tutti i costi contro la seconda peggior difesa della Champions League.

Robertson- Fenomeno in campo, non particolarmente disponibile in mixed-zone, rifiutando domande da parte di colleghi. Deluso per la serata.

Salah letteralmente annullato dall’organizzazione degli avversari e dalle coperture preventive sulla catena di sinistra. L’egiziano ha provato anche ad accentrarsi, ma non c’era spazio né modo di passare.

Termina anzitempo la partita di Fabinho, costretto a dare forfait a metà del primo tempo. Al suo posto entra Wijnaldum, l’uomo decisivo della scorsa edizione della Champions League. Uno qualunque in panchina…

Una rete che vale un punto dal sapore di vittoria, confezionata da Di Lorenzo e Mertens in uno dei pochissimi lanci che finalmente vanno a buon fine.

VAR che impiega diversi minuti prima di convalidare il sigillo di Mertens, sia per verificare un’eventuale posizione di off-side che per un presunto fallo, inesistente, ai danni di Van Dijk.

Zielinski- Ottima gara da parte del centrocampista polacco, che converge in più di una circostanza dal ruolo di esterno alto a sinistra a quello di trequartista. Impressionante il suo lavoro in fase di non possesso.

Translate »