L’ANNO DI TRANSIZIONE DI MAZZARRI

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Il concetto Mazzarri lo ha ribadito dopo Siena: “Proviamo a fare il massimo, alla fine si vedrà. Poi a giugno parlerò con la società per i nuovi innesti da fare”. La stagione, malgrado gli errori fatti da marzo a ottobre, è ancora viva, l’Europa resta nel mirino, ma anche De Laurentiis sa bene “che essere in ballo per i primi posti è un miracolo”. Realismo da pompieri, tecnico e presidente viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda. Parlare di Champions è cosa esagerata, sarebbe traguardo straordinario, ma non può essere l’unità di misura di questa annata e di una squadra che Donadoni non considerava da Europa, mentre Mazzarri l’ha riportata in corsa verso il Continente con una rimonta che prima o poi doveva rallentare (“Non possiamo vincerle tutte”, diceva il tecnico qualche settimana fa). Contro la Roma sapremo qualcosa in più sullo stato di salute di un gruppo che da ottobre viaggia a cento all’ora e che non segna più. E senza gol non si cantano vittorie, utili invece per la volata di cui sopra. Resta per Mazzarri la soddisfazione di aver rivoltato squadra e ambiente e la consapevolezza che questo per lui è un anno di transizione, con protagonisti non scelti da lui ma fatti rendere al meglio. E per questo pronti a fargli un regalo. “Questa squadra ha già fatto oltre l’ordinario”. Nessun limite alla Provvidenza. “Ma si sappia come stanno le cose”, Mazzarri non illude ma incrocia le dita. Dietro corrono, la Roma dirà molto sull’ossigeno rimasto nei polmoni del Napoli.   

 

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