La testa dei giocatori del Napoli va ad auto comando, si o no?
ACCUSA(PM LUIGI GIORDANO)
Il Napoli ha dimostrato cosi come contro l’Atalanta anche con la Roma che è quando pienamente attento e concentrato stravince le partite. Non è un problema di modulo tattico o di interpreti, contro la Dea ci stavano Osimhen e Bakayoko, contro la Roma non giocavano, ma di mentalità e di voglia di stare bene in campo. In primis grande voglia di soffrire assieme e di aiutarsi a vicenda, rimanendo corti e compatti. In tante altre gare abbiamo visto gli azzurri poco legati tra di loro, lunghi e con voragini offerte agli avversari quando attaccavano. La squadra ha dimostrato quando è concentrata di non avere approcci molli, di pressare le caviglie degli avversari. I motivi di questa discontinuità li conosce solo Gattuso al netto di qualche errore tattico che anche il tecnico commette nello schierarli in campo. Probabilmente questi giocatori hanno bisogno di essere martellati tutti i giorni, devono andare sempre in ritiro il giorno pregara, non è un caso che con Atalanta e Roma ci siano andati. Hanno troppi cali di concentrazione sul loro lavoro, ricordiamo come Sarri era un martello non solo in campo ma anche sul lavoro psicologico di approccio al match anche perché ricordiamo che Napoli seppure in zona rossa rimane una città rapace…
DIFESA(AVV.ANTONIO LEMBO)
Le parole di Gattuso la scorsa settimana sono state utili per responsabilizzare la squadra ma non dimentichiamo quanto successo con la scomparsa del più grande calciatore di tutti i tempi che ha lasciato un segno indelebile a Napoli. Anche questo è da prendere in considerazione per analizzare la prestazione di altissimo livello del Napoli contro la Roma. Non sempre il bastone sortisce gli effetti sperati se non è accompagnato dalla “carota”. È scattata nella testa dei giocatori sicuramente un qualcosa che rappresenta uno spirito di rivalsa come quello di un figlio verso un genitore per dimostrare di poter fare bene anche senza una minaccia di punizione. Magari all’inizio è giusto dare dei segnali alla squadra ed “educarla” ma poi ognuno di loro deve rendersi conto delle qualità che ha e assumere un’intelligenza tattica per poter rendere al meglio anche senza le continue urla del suo tecnico. Gattuso deve trovare il giusto equilibrio perché solo con il “martello” rischia poi di diventare poco efficace perché non tutti i giocatori sono uguali e alla lunga rendono al meglio con questo tipo di approccio. Perché bisogna essere sicuramente esigenti con la squadra ma non sempre le risposte sono le stesse alle medesime sollecitazioni. A volte possono diventare un boomerang. Fa bene Gattuso a dare la scossa ma è ora che la squadra cresca e trovi da quanto successo in queste settimane la propria consapevolezza nei mezzi e la mentalità vincente per ambire a traguardi sempre più importanti identificando quelli che possono essere i veri leader di questa squadra. È a loro che deve parlare Gattuso per avere il meglio dal resto del gruppo. Si a bastone e carota ma senza “cervello” si rischia l’ennesima incompiuta.