IL TRIO DELLE MERAVIGLIE? NON MERAVIGLIA…
E’ proprio strambo il freddo di Udine: congela l’estro del Pocho e nello stesso tempo scioglie il Napoli della prima frazione di gioco. Stranezze della fisica. Ma chi se ne infischia del clima è un certo Totò Di Natale, che non prova compassione alcuna quando si ritrova davanti il “suo” Napoli, ed ancora una volta recita il ruolo dell’ implacabile cecchino, infliggendo l’ennesima punizione al Vesuvio. Ah Totò…core ‘ngrato. E così l’Udinese serve un rotondo 3-1 agli azzurri, che dopo aver costruito in trasferta la loro classifica (tra l’altro ancora invidiabile), perdono la seconda partita consecutiva lontano dal San Paolo. Non splende il trio delle meraviglie Hamsik – Lavezzi – Cavani al Friuli, con lo slovacco autore di uno splendido gol ma che porta sulla coscienza la terza rete bianconera ed un rigore fallito; un Pocho testardo e includente come non mai e un Cavani sempre generoso che inizia però a perdere qualche colpo sotto porta. Ma non è solo questa la causa del capitombolo in quel di Udine. I ragazzi di Mazzarri infatti sono scesi in campo con la mentalità giusta e con tutta l’intenzione di portare a casa il massimo risultato, ma ci hanno messo ben poco a capitolare, nonostante nel secondo tempo abbiano cercato di cambiare registro e con esso anche l’inerzia della gara, grazie alla solita reazione d’orgoglio. E ci è mancato poco che non ci riuscissero per l’ennesima volta, se Hamsik avesse messo dentro il calcio di rigore del 3-2 con venticinque minuti ancora da giocare. Tuttavia, come si diceva, la sconfitta è figlia anche di altre circostanze: non ci ha messo molto a venir fuori una supremazia tattica dei padroni di casa, che hanno sfruttato in ampiezza tutto il terreno di gioco, mentre il Napoli ha cercato di sfondare insistentemente e spesso sterilmente per vie centrali, dimenticandosi degli esterni. A questo va aggiunta una mossa perspicace di Guidolin: fuori la fisicità di Floro Flores dall’undici iniziale, e dentro Pinzi ad agire alle spalle di due folletti imprevedibili come Di Natale e Sanchez che non danno punti di riferimento. E così, come per magia, i tre centrali azzurri perdono la bussola e vanno chiaramente in confusione, come si palesa in occasione del fallo da rigore su Sanchez, che sfugge ai marcatori e arriva a tu per tu con De Sanctis che lo stende. Se è pur vero che ogni allenatore ha un proprio credo tattico, è vero anche che una corretta lettura della partita e delle caratteristiche dell’avversario è altrettanto fondamentale se si vuol fare il salto di qualità, ragion per cui bisogna saper essere anche un po’ “camaleontici”. Ma Napoli sembra avere un unico, inesorabile destino: sempre, comunque e ovunque difesa a tre. E di tempo per riflettere ce n’è poco: giovedì è già Europa League, e stavolta sarà dentro o fuori.