NON CI MANCHERAI

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L’età per la pensione l’aveva, ed anche i contributi. Invece ha preferito andare avanti, accettare una sfida che noi per primi gli sconsigliammo ( http://www.pianetanapoli.it/archivio.asp?rub=1738&art=3612&day=&month=5&year=2008#top ) . Troppo grande per lui, perché ancora troppo piccola la società. Che non poteva permettersi un grande allenatore, che sperava di tenersi il parafulmine per un anno ancora. In attesa di decidere cosa fare da grande.

Edy Reja va via da Napoli come il suo predecessore, se non peggio. Nelle favole marine, Ventura era il capitano di lungo corso convinto a farsi da parte per qualche acciacco di troppo; Reja, invece, è diventato vecchio all’improvviso, il volto segnato dalle sconfitte come rughe, e si sa che la roba vecchia va defenestrata prima che diventi ingombrante.

Adesso gli diranno che le sue squadre hanno sempre giocato male. Che era un retrogrado catenacciaro, buono solo a difendersi e che è salito in B con un anno di ritardo. Che in A il Napoli ce l’hanno portato Iezzo e Calaiò, in Intertoto l’entusiasmo del pubblico. Nascondendogli, invece, la verità più amara: ha avuto un Napoli troppo forte in C1 e in B, e un Napoli troppo “normale” in A.

Dove, evidentemente, serviva per la prima volta la mano dell’allenatore vero, con la squadra che si confrontava per la prima volta con un campionato che di mediocre aveva ben poco.  I limiti sono rimasti tali: pavidi in trasferta, essenziali in casa. Con epiche figuracce ad arricchire la storia, da Bergamo a Castellammare. E i fischi del San Paolo, con il Grosseto, il Pescara, la Roma… ma anche in tante altre occasioni.

Reja va via da Napoli con molti rimpianti, Napoli non lo rimpiangerà. Il passato remoto si dimentica facilmente, se in quello prossimo si sono commessi degli errori. E Reja, ultimamente, ha sbagliato tutto. Prostrandosi a scelte societarie suicide, perdendo di credibilità verso squadra e tifosi. Come ricompensa, ha ricevuto il benservito quand’era sicuro della conferma.

Domenica sera era a cena con Marino, mentre il presidente aveva già deciso il nome del suo successore. Il martedì riprendeva gli allenamenti mentre il suo commensale discuteva del contratto con Roberto Donadoni. Mentre Reja pensava alla Reggina, Marino limava i dettagli dell’ingaggio del suo successore. Mentre Reja ricominciava a Castelvolturno, De Laurentiis lo esonerava a Roma.

Ciao Edy, una stretta di mano in fondo la meriti. Non hai saputo cogliere l’attimo, e andartene da vincitore. Ti fossi dimesso, avresti perso solo il posto, conservando credibilità, dignità ed orgoglio. Che hai perso in malo modo. Pensaci: bastava che te ne andassi dopo Lazio-Napoli (ultima dell’anno scorso) invece di aspettare Napoli-Lazio (ultima della tua carriera). Addio, Edy. Non ci mancherai. 

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