IL NAPOLI E’ COME PAGANINI: NON SI RIPETE

Dopo la brillante vittoria contro l’Inter, Il Napoli deve arrendersi al cospetto di una grande Roma. La squadra di Spalletti ha dimostrato ancora una volta di essere la miglior squadra italiana del momento e una di quelle che esprime il miglior calcio anche a livello europeo. Bravi i giallorossi a non fare lo stesso errore dell’Inter. I capitolini hanno pressato a tutto campo fino al novantesimo impedendo al Napoli di ragionare. Non è stato concesso nessun lancio pulito ai calciatori partenopei per il Pocho, a differenza di come è accaduto sette giorni fa.

 

Dal canto suo, il Napoli si è trovato a gestire la situazione opposta a quella contro i nerazzurri. Subito sotto e contro una squadra velocissima nelle ripartenze. La difesa azzurra è andata enormemente in difficoltà contro una formazione che in attacco non concede punti di riferimento. Il movimento a salire di Totti, che creava spazio per gli inserimenti dei vari Taddei, Perrotta e Vucinic, mandava costantemente in difficoltà difensori come Cannavaro e Contini che non fanno certo della velocità il loro punto di forza, e che tendono ad aspettare l’attaccante piuttosto che anticiparlo. Maiuscola, invece, la prestazione di Santacroce. Neanche a dirlo, l’unico difensore rapido in rosa. L’italo-brasiliano è stato bravissimo ad anticipare sistematicamente l’avversario e a fare bella figura al cospetto di avversari di livello assoluto. Molto deludente la prova del centrocampo. Gargano, Hamsik, e Blasi, sono stati sovrastati da Aquilani e De Rossi. La mediana azzurra è andata in affanno sia in fase di impostazione (pressati fino alla nausea), sia in fase di filtro (i giallorossi sbucavano da tutte le parti). Nel secondo tempo, con il fisiologico calo della Roma, il Napoli ha provato ad accorciare le distanze. Ma la manovra azzurra è molto simile a quella di un famoso proverbio: “Molto fumo e niente arrosto”. Il Napoli fa tanto possesso ma di conclusioni verso la porta se ne contano poche. Anche i cambi non sono sembrati proprio azzeccatissimi. Mettere Calaiò e Zalayeta in avanti e continuare a voler sfondare solo centralmente sembra quasi un paradosso.

 

Ora non è che questi calciatori fossero fenomeni sette giorni fa e ora sono dei brocchi. La verità, come sempre, sta nel mezzo. Gli azzurri hanno avuto la possibilità di giocare una partita in discesa contro l’Inter andando subito in vantaggio e giocando sulle ali dell’entusiasmo. Contro la Roma, invece, la musica è cambiata. Il Napoli è andato sotto subito e il pressing asfissiante della Roma gli ha impedito di impostare con tranquillità.

Per finire una considerazione sul direttore di gara. Saccani è stato perfetto nelle decisioni importanti della partita (il rigore ci poteva stare e Lavezzi era in fuorigioco) e questo farà si che la sua prova, per gli organi di stampa nazionali, sarà impeccabile. Ma è negli episodi che sembrano più futili, che l’arbitro ha messo il suo zampino. Sempre nervoso nei faccia a faccia con gli atleti in campo, Saccani ha spezzettato continuamente il gioco adottando un diverso metodo di giudizio per situazioni simili. Non per fare facile vittimismo, ma il direttore di gara non è stato imparziale nelle valutazioni. Le partite si possono decidere anche senza decisioni clamorose come l’assegnazione di un rigore o un espulsione. Resta il fatto che la Roma ha vinto con merito e, forse, questa sconfitta servirà per un nuovo bagno di umiltà in modo da andare a Torino con la mentalità da provinciale. Quella che quest’anno ha permesso al Napoli di giocare le sue partite migliori.

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