I TIFOSI LO CHIEDONO: " NAPOLI, RISORGI"
E’ diventato l’urlo di battaglia di una città martoriata ma mai doma, che non ci sta a perdere almeno in quello che sicuramente la rappresenta di più nel mondo dello sport, il calcio.Assorbita la delusione per la magra figura di Crotone, il popolo azzurro esorta il Napoli a fare quadrato, mettere un punto fermo e ricominciare.Nel giorno dell’inaugurazione della manifestazione “Parchi mostra” alla Mostra d’oltremare siamo andati a tastare il polso alla giovane tifoseria azzurra, erano presenti diverse scuole, dalle medie alle superiori e nessuno si è tirato indietro nel voler dire la sua sul momento del Napoli e consigliare come uscire dal momento buio che sta attraversando la compagine azzurra.
Giovanni, sedici anni, seconda superiore, fedelissimo della curva B, esorta la squadra a fare gruppo e quadrato, mettendo in campo la grinta, ma soprattutto consiglia ai giocatori napoletani di ricordarsi che indossare la maglia azzurra deve essere un motivo di orgoglio e passione, un cocktail micidiale che permetterà di raggiungere qualsiasi traguardo.
Poco più avanti c’è “La testa nel pallone” manifestazione di successo, che ha visto le presenze, tra gli altri, di Antonio Careca e Ottavio Bianchi, e diverse tavole rotonde magistralmente dirette da autorevoli firme del giornalismo napoletano, e anche qui abbiamo avuto modo di incontrare tifosi di tutte le età, chi a cercare di rivedere, anche se solo per un istante, quel passato che ha ricoperto di gloria una Napoli e un Napoli d’altri tempi, Luigi, 52 anni, impiegato comunale, quasi non riesce a trattenere l’emozione nel rivivere quei momenti e dice: “Quando c’èra Lui, Diego, tutto era diverso, il tifoso andava allo stadio e non si poneva il problema se si vinceva o meno, ma bensì con quanti gol il Napoli avrebbe vinto” ha ragione, era tutto diverso,come dargli torto, ma del resto si sa che ogni ciclo ha un inizio e una fine, oggi De Laurentiis e Marino ne hanno aperto un altro, da tre anni, passando per due di C e uno di B, almeno ci auguriamo, stanno cercando di riportare il Napoli nella categoria massima, quella A che ormai da troppo tempo latita e manca al tifoso azzurro.
Angelo e Pasquale, rispettivamente 15 e 16 anni, non perdono l’occasione per rimarcare che giocare di sabato è una grossa penalizzazione per il tifoso, “ A Napoli, come in altre città, si lavora, si va a scuola e non sempre si può ottenere la mezza giornata di permesso o marinare la scuola per seguire la propria squadra del cuore, se in altre nazioni ciò è possibile lo è solo perché esiste una cultura diversa, lontana ancora da noi, quindi ridateci il nostro calcio domenicale, altra aria, altro spirito, altro modo di vivere la partita, insomma ridateci la domenica”. Certo che se andiamo subito in A il problema non esisterà più.
Alla fine del nostro piccolo viaggio tra i tifosi in erba, senza quasi volerlo, abbiamo avuto la certezza, nel caso ce ne fosse stato bisogno, che nessuno ha dubbi sulla promozione del Napoli in serie A, basta solo volerlo, e allora dai Napoli, rialzati e combatti, è la tua gente che lo urla, quella gente che non molla mai, che non ti lascerà mai solo e allora FORZA NAPOLI, RISORGI, la A e ancora lì alla tua portata, non deludere chi ti ama.