HAMSIK: UN SUPEREROE IN CITTA’

Sguardo da ragazzino e capelli tanto lunghi quanto appuntiti: a vederlo così Marek Hamisk, Marekiaro per i nuovi amici napoletani, sembrerebbe un personaggio dei fumetti o dei cartoni animati. Il classico bravo  ragazzo timido e introverso che non farebbe del male nemmeno ad una mosca. Tante volte, però, le apparenze ingannano. Accade infatti che alla domenica, giorno di riposo per i comuni mortali, come un perfetto Clark Kent, Marek smetta occhialini e abiti civili per indossare quelli di Super Hamsik, novello supereroe napoletano. Salvatore delle domeniche azzurre. Il ragazzino ventenne timido e introverso scompare per lasciar spazio al campione che gioca con la tranquillità del veterano e l'istinto del goleador di razza. Il San Paolo può dormire sonni tranquilli da quando è arrivato in città. 

Non si può certo dire la stessa cosa per i portieri avversari caduti sotto i suoi colpi letali e imprevedibili. Castellazzi, Curci, Sereni, Ballotta, Storari e Fontana i primi di una lista destinata ad allungarsi nel corso del tempo. Destro, sinistro, colpo di testa: il repertorio è completo. Ciò che non cambia è la matrice di queste sette perle. Ogni supereroe che si ripetti, infatti, si avvale della collaborazione oscura e preziosa di amici fidati, poco appariscenti ma molto concreti, e neppure Super Hamsik sfugge a questa regola. Zalayeta, detto El Panteron, e Pampa Sosa: nomi che non catturano la fantasia dei tifosi ma che risultano essenziali per sfruttare al meglio i superpoteri di Marek. Giocatori che si battono con ardore, facendo a sportellate con l'avvesario di turno per spianare la strada allo slovacco dai capelli a punta, pronto a penetrare nelle difese avversarie come una lama nel burro. Rapide e dolorosissime sono le sue sortite offensive. Come la puntura di una zanzara: inizi a grattarti quando quella è già sparita. Ma non bisogna farsi trarre in inganno dalle apparenze. Certo, per arrivare a prendere alcuni palloni a gravità zero devi avere i centimetri del Pampa e per arpionarne altri gli artigli del Panteron ma contano, prima di tutto, le caratteristiche tecniche della prima punta e quelle tattiche della squadra. Per fare la sponda non è necessario avere il fisico da corazziere. Non ci credete? Basta spostarsi di qualche chilometro più in su. Trigoria è il loro quartier generale, l'Olimpico il teatro delle loro imprese: stiamo parlando dei Fantastici Quattro. La perfetta sintesi dei requisiti di cui sopra. Si trovano a meraviglia, scarificandosi l'uno per l'altro e muovendosi come un corpo unico. Questione di qualità  ma anche di affiatamento e caratteristiche. Caratteristiche che possono appartenere anche a Lavezzi e Calaiò, nonostante qualche difettuccio da limare. Il Pocho è come Flash e, proprio per questo, tante volte parte come un razzo dimenticandosi di passare il pallone mentre Super Manu, animato dalla voglia di dimostrare sempre qualcosa, si incarta spesso in giochetti di prestigio inutili. Entrambi, però, posseggono qualità fisiche e tecniche per sfruttare l'immenso potenziale di Hamsik.

Le occasioni, finora, sono state poche e pure questo conta. Questione di amalgama che, state sicuri, arriverà. Così come quel ragazzino timido e introverso, per tanti anni a venire continuerà, domenica dopo domenica, a smettere i panni dell'uomo comune per trasformarsi in Super Hamsik e proteggere i fine settimana di milioni di tifosi.

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