EUROPA COME CHAMPIONS, UNA LEAGUE DA SBALLO
Diciassettesimo in Bundesliga, primo (a punteggio pieno) in Champions League. Il Borussia Dortmund apre il dibattito sulle differenze tra campionato e Coppa. La squadra di Klopp è una macchina da guerra in Europa ma in Germania è lontanissimo dai quartieri alti della classifica. Un anno fa, di questi tempi, a Fuorigrotta il Napoli dava spettacolo contro i tedeschi, Marsiglia e Arsenal, perdendo la qualificazione nonostante 12 punti. In Italia non c’era scampo per Juventus, Roma, Milan, Inter e Fiorentina (tutte battute, se non asfaltate, almeno una volta) mentre Parma e Udinese (per citarne un paio) si portavano via ben 8 punti.
L’Europa League non vale la Champions? Forse: sempre lo scorso anno, il Napoli ha faticato contro lo Swansea perdendo la qualificazione contro il Porto. E quest’anno, dopo le agevoli vittoria contro Sparta Braga e Slovan Bratislava, è arrivata la sconfitta di Berna contro lo Young Boys. Eppure domani è una partita verità: battere gli svizzeri in casa non solo vorrebbe dire avvicinarsi alla qualificazione, ma anche confermare che quella dell’andata è stata la sconfitta della svolta. Non ci sarà la musichetta della Champions, eppure (a lungo andare), l’EL potrebbe rivelarsi una vetrina niente male per i fuoriclasse.
Al momento, guardando soltanto alle possibili retrocesse dalla Champions, in bilico ci sono club come Juventus, Liverpool, Zenit, Manchester City e Ajax. Senza contare che Inter, Torino e Fiorentina dovrebbero fare strada. Per farla breve: si giocherà di giovedì, ma potrebbe sembrare martedì o mercoledì. Il bello è che, passati i gironi, ne rimarranno 32. Sedicesimi, ottavi, quarti, semifinale, finale (27 maggio 2015). Non sarebbe male, 26 anni e 10 giorni dopo la magica notte di Stoccarda. Stiamo esagerando? Eppure pensateci: due anni fa toccò al Chelsea arrivare fino in fondo. Chi c’era su quella panchina? Suvvia, fate uno sforzo …
MARCO SANTOPAOLO