EST MODUS IN REBUS

de la tavecchio lotCritiche esagerate, toni esasperati e ricerca della vittoria a tutti i costi. Alcune facce tristi contribuiscono a creare difficoltà e pressioni alla squadra. Sarebbe utile ignorarli

Est modus in rebus –  (trad. v’è una misura nelle cose), nota sentenza di Orazio usata spesso per invitare  alla moderazione nei giudizi e nella saggia valutazione per far rientrare tutto nella misura delle cose. Quello a cui stiamo assistendo quest’anno è veramente incredibile. Scivoloni su scivoloni di tutto  “l’ambiente Napoli”.

Genesi – In principio fu il presidente che a Dimaro, dopo aver promesso acquisti di un certo tipo, parlò di “scudetto senza se e senza ma”. Sulla scorta di queste dichiarazioni, si sono create delle aspettative grandissime sulla squadra e sull’allenatore che non hanno fanno altro che mettere una pressione deleteria alla squadra. Molti punti persi, superata la crisi dovuta all’eliminazione cocente dalla Champions e da un mercato tutto sommato non esaltante per la piazza e per gli stessi calciatori, che se andiamo ad analizzare in altra luce parlerebbero di un Napoli non in crisi, come qualcuno sostiene, ma addirittura rilanciato per la lotta scudetto. Siamo i primi a pensare che l’obiettivo scudetto sia forse un po’ troppo ambizioso per il reale valore di questa rosa, ma, signori, se il Napoli avesse vinto ieri con il rigore realizzato da Higuain e contro l’Inter riuscendo a capitalizzare il vantaggio raggiunto a 2′ dalla fine, oggi staremmo parlando di qualche altra cosa. Di un Napoli che andrebbe a giocarsi lo scontro diretto con la Roma a – 3 in casa, con 80.000 al San Paolo e con un entusiasmo diverso da quello in cui ci si sta imbattendo quest’anno.

Facce tristi – è incredibile notare quante facce tristi ci siano intorno a questa squadra, tanto da avere addirittura contagiato per un periodo Benitez, uno dei tecnici più serafici e sorridenti del panorama mondiale. Ah, a proposito di Benitez, qui c’era più di una, di queste facce tristi, che richiedeva le sue dimissioni dopo una serie di 4 vittorie, un pareggio al 93′ ed una sconfitta insignificante su un campo sintetico, dopo aver dominato per l’intero primo tempo. E’ proprio a queste facce tristi che bisogna chiedere una moderazione nei giudizi. Bisogna ricordare innanzitutto che il Napoli è una ottima squadra ma lo era anche quando avevamo Lavezzi, Cavani, Hamsik, Zuniga. Sono cambiati dei calciatori e soprattutto l’allenatore. Oggi c’è uno che parla di titoli, forse perchè li ha vinti, e non di miracoli anche quando si batteva l’ultima della classe. In un certo senso il Napoli ha fatto questo salto di qualità, ma non bisogna dimenticare che questa rosa si è trovata a giocare con 3 calciatori fuori dal progetto come Maggio, Britos e Gargano tra i titolari, con Michu che non ha ancora recuperato da un infortunio, con Zuniga che non gioca ai suoi livelli e continuativamente da quasi due anni e soprattutto con l’assenza di un leader dentro e fuori dal campo come Pepe Reina.

Influenza sui tifosi – facendo questo tipo di analisi si smetterebbe di influenzare i tifosi ed esasperare gli animi e i toni che fanno solo il male della squadra e dei giocatori. La squadra ha obiettivamente delle lacune tra il centrocampo e la difesa che non riescono ad essere all’altezza di un reparto avanzato che, in ogni caso, non è al massimo delle sue possibilità. Basti ricordare le prestazioni di Hamsik prima del Verona e a Bergamo e la casella gol di Higuain fermo a zero prima e dopo Verona, oltre ai due rigori sbagliati che potevano valere almeno 3 punti in più. Insomma, una serie di motivi che lasciano pensare ad un futuro migliore e non alla crisi che qualcuno sta cercando di disegnare chissà per quale perverso motivo. Il Napoli viaggia ad una media che porterebbe la squadra  raggiungere quota 74 in linea perfetta con lo scorso anno e, se poi a questo aggiungessimo un trofeo diverso dalla Coppa Italia ed un lungo cammino in Europa League, queste stesse facce tristi risalirebbero sul carro dei vincitori dove sono saliti prima, dopo e durante, la vittoria della Coppa Italia ed il raggiungimento del record dei punti oltre che di reti segnate e vittorie fuoricasa.

Ignorare – Dunque, c’è bisogno di moderazione nei giudizi, le critiche costruttive sono bene accette, ma l’essere prevenuti o estremamente faziosi non fa il bene del tifoso che legge ed ascolta ma soprattutto non fa il bene della squadra. Chiunque ascolta, legge o guarda ha la possibilità di condividere il nostro pensiero ed usare la forma di dissenso più importante che ha: ignorarli!

 

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