È Verdi o è rosso?

 

Tra le delusioni di questi primi mesi della gestione di Carlo Ancelotti, una menzione speciale va senza dubbio a Simone Verdi. L’impressione è che il tempo sia trascorso invano. Siamo a febbraio e Verdi di fatto non lo conosciamo. Per una serie di motivi. Il più importante è senza dubbio il  suo essere cagionevole.Ha subito un infortunio muscolare a Udine, ed è rimasto fuori più di 2 mesi.

E dire che il Napoli lo ha pagato 25 milioni, a luglio compirà 27 anni. Guadagna circa 2 milioni di euro. Se pensiamo che per cinque milioni in più il Napoli si è portato a casa Fabian Ruiz, dobbiamo concludere che fin qui l’acquisto di Verdi dal Bologna tutto è stato tranne che un affare.

Fin qui per lui solamente tre goal siglati: il primo alla quarta giornata col Torino che faceva presagire decisamente a tutt’altro tipo di stagione; il secondo su rigore con la Sampdoria; in conclusione, il terzo di Europa League (primo per lui in una competizione internazionale).

Ancelotti ogni volta che gli concede fiducia viene sempre mal ricompensato, nonostante il mister cerchi di responsabilizzarlo. È un calciatore impalpabile, che non lascia il segno. Verdi perde spesso palla. Non salta l’uomo. Non inventa aperture. A voler essere generosi, le sue sono state una prestazione anonime. Il termine esatto sarebbe un altro. 

Al momento possiamo definire sbagliato l’investimento del Napoli su di lui.Verdi, che nella carriera, probabilmente non a caso, non ha mai giocato in un club ambizioso, si è fin qui rivelato un calciatore mediocre. Sfortunato sì, ma anche cagionevole. E comunque non dalla personalità straripante. La speranza è che possa seccamente smentirci.

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