E ORA NON FATE PARTIRE ANCHE CAMILO!
Malgrado all’obiettivo-Champions manchi solo un’incollatura, e si potrebbero e dovrebbero attuare fin da ora le grandi manovre per potenziare l’organico, i contorni del Napoli 2013/14 appaiono tutt’altro che nitidi. A rendere il quadro ancora più avvilente, se possibile, è la quasi sicura partenza di elementi che in quest’annata, e più in generale nella loro esperienza all’ombra del Vesuvio, hanno dato un apporto encomiabile, talvolta eccezionale. E come se non bastassero i possibili addii di Campagnaro e Cavani, ben presto potremmo fare i conti con un’altra dolorosa dipartita, ossia quella di Juan Camilo Zuniga. Rispetto al destino del Matador, sui cui si stanno sprecando fiumi d’inchiostro e chiacchiere di svariata natura, quello del colombiano è passato sotto traccia, assumendo minore importanza, come se un prete facesse un sermone parlando per un’ora di Gesù e per cinque minuti di San Pietro. Per l’impegno profuso e per le prestazioni in crescendo, spesso davvero positive, l’ex senese meriterebbe di essere uno dei punti fermi da cui ricominciare a partire da Luglio. Ora come ora, è più di là che di qua: l’ipotesi che faccia le valigie non è remota. Quel ch’è peggio, ove mai se ne andasse sul serio, il Ciuccio ci andrebbe a rimettere non solo sul campo, ma anche nelle casse societarie.
La situazione contrattuale del giocatore è nota: il suo legame col Napoli dovrebbe terminare nel Giugno 2014 e, benché egli desideri continuare il rapporto, il suo manager Riccardo Calleri e la dirigenza azzurra non sono mai riusciti a trovare un punto d’incontro. Nelle ultime ore s’è parlato di un possibile riavvicinamento tra le parti, ma il raggiungimento di un accordo sembrerebbe ben lungi dal realizzarsi; anzi, sulle possibilità che si giunga a un’intesa pare regni il più assoluto pessimismo. Se i negoziati non portassero al rinnovo dell’esterno, a fine campionato si paventerebbero due scenari negativi per il club partenopeo. Nel primo, Zuniga lascerebbe Napoli alla scadenza naturale del contratto liberandosi a parametro zero, il che rappresenterebbe un vuoto alla voce ‘entrate’. Nel secondo, il colombiano verrebbe ceduto sin da adesso, quantomeno per non andarci a perdere, ma ad una cifra bassa, inversamente proporzionale al reale valore del soggetto in questione. La meno peggio di queste due ipotesi sarebbe appunto la seconda, eppure il danno resterebbe, in quel caso specie a livello tecnico. All’eventualità che non si giunga al punto d’incontro per il rinnovo non ci vogliamo nemmeno pensare. Al contrario, sia chiaro: per quanto mostrato qualitativamente, oltreché dal punto di vista della professionalità (e del sacrificio: mica è una pazziella essere destri naturali e giocare a sinistra …), Zuniga è meritevole del rinnovo, con annesso un logico adeguamento del suo ingaggio, attualmente di 800.000 Euro annui. Dal canto suo, lo stesso Calleri ha ribadito a suo tempo che in tal senso, una volta dettate le condizioni per prolungare adeguatamente il contratto, sarebbe dovuto spettare alla dirigenza azzurra esprimere una posizione in merito. E ciò sarà avvenuto almeno privatamente, durante i pourparler tra procuratore e società.
Pubblicamente il Napoli non s’è mai fatto sentire sulla faccenda. E il silenzio non è l’unico motivo di preoccupazione. Nel caso abbastanza analogo riguardante Campagnaro, tutti ricorderanno i toni utilizzati per interposta persona dal ds Bigon, al quale non stava bene che l’argentino fosse degno del rinnovo per quanto avesse fatto. Considerato questo precedente, state certi che quei toni si ripeterebbero qualora la dirigenza fornisse a mezzo stampa la sua posizione sul caso Zuniga; e in quell’occasione Calleri non inviterebbe certo Bigon a un happy hour…. Ovviamente in cuor nostro auspichiamo che la questione sia risolta nella miglior maniera possibile: rinnovo, senza mezzi termini. Ripetiamo, il club potrebbe solo trarne giovamento sportivamente e finanziariamente, dacché il valore del giocatore aumenterebbe e tra qualche anno, se proprio dovesse andar via, ci si ricaverebbe un bel tornaconto. E Camilo il rinnovo lo meriterebbe, altroché; per i motivi elencati in precedenza, ma anche per i guai fisici da lui patiti in quattro annate (stiramento compreso: ne vogliamo parlare?). Condizione fondamentale e quasi obbligatoria dovrebbe essere un logico ritocco del suo stipendio: meriterebbe pure questo. E qui dunque poniamo le stesse domande già pronunciate quando ci siamo occupati di Hugo. Come mai uomini che hanno giocato meno e peggio del colombiano, ricevono compensi annuali maggiori? Anziché darli tutti a loro, i danari non potrebbero essere distribuiti più equamente, convincendo chi è in scadenza a rimanere a condizioni vantaggiose? Alla luce di ciò, sulla base di quali criteri e concetti la società valuta la meritocrazia? Ci garberebbe saperlo, poiché verrebbe da pensare che la ‘fuga da Napoli’ (vedi editoriale del 3/1/2013) non dipenda solo dalle scelte assurde di Mazzarri, ma anche da quelle insensate e misteriose da parte della dirigenza. Una dirigenza brava in quanto a faccia tosta, molto meno nel mostrarsi sensibile verso chi si danna l’anima per la maglia, ricevendo apprezzamento da parte degli appassionati.