E’ MAZZARRI IL NUOVO RE DI NAPOLI

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Il nuovo Re di Napoli si chiama Walter Mazzarri. La scossa che ha saputo dare il neo tecnico partenopeo ha avuto effetti devastanti, nonché risultati immediati. Dopo il viareggino Marcello Lippi, ecco il livornese Mazzarri a sconvolgere la storia del club. Sedici anni dopo l’attuale CT dell’Italia, tocca ad un altro toscano regalare dolci note di allegria ad una città pronta ad accompagnare il felice carosello azzurro verso l’Europa. Mazzarri ha stregato squadra e ambiente col suo modo di fare. Al di là del suo carattere forte e determinato –che ha saputo trasmettere a giocatori precedentemente addormentati non solo a causa di Donadoni ma anche di un rapporto oramai logoro col direttore generale Marino, che rappresentava in tutto e per tutto la società-, Mazzarri ha fatto tesoro delle esperienze passate ed ha sùbito compreso come affrontare questa avventura fondamentale per la sua carriera. Patti chiari e amicizia lunga. Innanzitutto questo il motto che regna nello spogliatoio. L’amore con De Laurentiis è scoccato subito, il feeling con Bigon era già sbocciato ai tempi di Reggio Calabria, quello col gruppo è stato generato dalla sua concretezza di uomo di campo oramai scafato e pronto per ambienti caldi.

Da Lippi a Mazzarri sono passati 18 allenatori (Guerini, Boskov, Simoni, Mutti, Mazzone, Galeone, Montefusco, Ulivieri, Novellino, Zeman, Mondonico, De Canio, Colomba, Scoglo, Agostinelli, Ventura, Reja, Donadoni). Nessuno però ha avuto l’impatto del livornese. Neanche Novellino –autore del primo ritorno in A- e Reja hanno saputo attirare tanta simpatia come sta facendo Mazzarri, che dal suo arrivo all’ombra del Vesuvio è riuscito a valorizzare al massimo il capitale umano a disposizione, trovando la giusta collocazione a chi in precedenza era stato troppo presto accantonato (Grava Aronica Pazienza) e l’idea di Hamsik nel tridente offensivo è servita per rimodellare la squadra e farne emergere tutte le sue potenzialità tecniche e offensive. I numeri sostengono Walter (8 vittorie, 6 pareggi, 2,14 punti a partita, 22 gol fatti, 11 subiti), che però non si vuol far prendere dalla frenesia. “Stiamo calmi, perché arriveranno anche momenti duri, non si potrà sempre vincere”. Non una mancanza di fiducia nel gruppo, anzi, bensì un pieno di realismo in una città che già vola con la fantasia. Perché Walter ha dato anima e testa al suo Napoli. Più copertura davanti a De Sanctis (difesa più stretta e meglio disposta, due cerniere in mezzo al campo), più spinta su entrambe le corsie, spazio alla tecnica in avanti. Esempio ultimo Cigarini: è uno dai piedi buoni, per lui c’è spazio dalla metà campo in su, dietro servono randellatori. Questo il credo di Mazzarri, un mix di pragmatismo e fantasia, perché nel calcio c’è bisogno di tutto, semplicemente.

"Non ci sono segreti e non ci sono ricette. Quando sono arrivato a Napoli ho lavorato senza tralasciare nessun aspetto. Stanno arrivando i risultati e soprattutto abbiamo acquisito un'identità precisa di squadra. I ragazzi mi seguono, chi è fuori si fa sempre trovare pronto quando entra e l'intero gruppo mi dà risposte importanti. In questo senso va letta anche la vittoria di Livorno. In futuro si potrà competere anche per i primissimi posti, ma non dobbiamo avere fretta nel costruire e dovremo mettere i tasselli giusti per crescere e creare un gruppo sempre più forte. Lavorando con serietà e programmazione si potrà arrivare a competere con le grandi squadre". Con queste parole il nuovo toscano che fa sognare Napoli dimostra di saperci fare anche fuori del rettangolo verde. Con Lippi si chiuse un’epoca, con Mazzarri se ne può aprire un’altra, sulla scia di un sano realismo ed un auspicabile ottimismo napoletano.   

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