CRONACA DI UNA GIORNATA DI STRAORDINARIA FOLLIA
Domenica 23 febbraio 2009. Una data da ricordare, o meglio da dimenticare, visto che segna una delle giornate più tristi, ma soprattutto più paradossali della storia del Napoli. Per rifarci alle parole di uno come Vincenzo Montefusco, che di questa gloriosa storia ha fatto parte per decenni, quello che si è visto ieri negli spogliatoi del San Paolo, dopo la sconfitta con il Genoa, non era probabilmente mai accaduto in 83 anni. Dalla giornata di ieri, tutte le componenti del Napoli ne escono indebolite e con le ossa rotte anche a livello d’immagine: la squadra per l’ennesima prestazione imbarazzante e svagata, il presidente De Laurentiis che ancora una volta in un momento difficile ha preferito non rilasciare dichiarazioni alla stampa e soprattutto, nonostante sia lui il numero 1 della società, ha deciso di non decidere, il dg Marino che “consigliato” dai tifosi inferociti presenti all’esterno del San Paolo torna sui suoi passi sulla questione ritiro, ed infine Reja che si dimette, poi ritorna, poi ci ripensa e poi alla fine resta, nonostante sia stato ormai esautorato e sconfessato pubblicamente dalle decisioni della società. Ma proviamo a ricostruire, con un resoconto saliente minuto per minuto, le convulse fasi del pomeriggio da incubo vissuto ieri al San Paolo, considerato anche che il nostro mestiere è quello di provare a fare i “cronisti”:
Ore 14,50: le squadre sono ancora negli spogliatoi, ma dalla Curva B compare il primo striscione di contestazione alla società: “Il calcio non è il cinepanettone, questa programmazione è solo finzione, non mortificate la nostra passione”.
Ore 15,00: i calciatori del Napoli scendono in campo e in Curva A appare uno striscione di contestazione anche nei confronti della squadra: “Due mesi senza impegno e chiedete ancora sostegno. Sia chiara la nostra posizione, oggi è la vostra ultima occasione”.
Ore 15,30: il Napoli fatica a carburare, ma nonostante qualche borbottìo, il pubblico continua a sostenere la squadra.
Ore 16,30: il Napoli va in svantaggio e dagli spalti parte la contestazione. I tifosi urlano ai calciatori: “Andate a lavorare”.
Ore 16,40: Reja tiene Datolo in panchina e fa entrare nel giro di pochi minuti Pià, per giunta al posto di Denis, e Montervino. Che sia un segnale nei confronti di Marino, reo di non avergli acquistato i calciatori da lui richiesti?
Ore 16,45: la partita sta per volgere al termine e in Curva B viene srotolato l’ennesimo striscione polemico nei confronti dei vertici azzurri: “Presidente, oggi ha vinto solamente questo pubblico presente”.
Ore 16,50: l’arbitro Orsato chiude il match, dalle gradinate piovono fischi assordanti per il Napoli, applausi per il Genoa.
Ore 16,55: all’uscita dallo stadio si scatena il tam tam fra i tifosi. Oltre 1000 persone si presentano all’imbocco del varco esterno degli spogliatoi per manifestare pacificamente contro la società e la squadra.
Ore 17,00: Reja entra negli spogliatoi e, come dichiarato più tardi da lui stesso, rimbrotta la squadra con toni non troppo teneri.
Ore 17,10: nello spogliatoio fanno ora il loro ingresso Marino e De Laurentiis. Il presidente cerca di rincuorare la squadra.
Ore 17,25: i calciatori escono dagli spogliatoi, restano dentro solo Reja, Marino e De Laurentiis.
Ore 17,30: Reja rimette il suo mandato nelle mani del Presidente e del dg: dimissioni respinte. Si va avanti così, alla ricerca di una soluzione, ma una cosa è chiara: basta con i ritiri, il loro effetto è solo contro producente.
Ore 18,00: Reja si presenta ai microfoni di Sky e della Rai. Il mister annuncia che si va avanti così e che soprattutto non ci sarà un nuovo ritiro.
Ore 18,10: il tecnico del Napoli viene richiamato all’interno degli spogliatoi da Marino e De Laurentiis.
Ore 18,30: Reja esce dagli spogliatoi e si presenta agli organi d’informazione locali. Le dichiarazioni sono sulla falsa riga di quelle rilasciate alle tv nazionali.
ore 18,35: i tifosi inferociti rimangono a protestare all’esterno del San Paolo e continuano a chiedere un incontro con Marino.
Ore 18,40: gli steward presenti nel sottopassaggio impediscono alle troupe televisive di riprendere ciò che accade nel ventre del San Paolo.
Ore 18,45: Marino, consigliato anche dai vertici delle forze dell’ordine presenti al San Paolo, decide di uscire e d’incontrare i tifosi che contestano. L’incontro non è del tutto sereno, gli attimi sono concitati. I tifosi accusano i calciatori di fare la bella vita e di tirar tardi la notte, e “consigliano caldamente” a Marino di rispedirli in ritiro sin da subito.
Ore 18,50: Marino rientra negli spogliatoi e convoca i due capitani Paolo Cannavaro e Montervino, in rappresentanza degli italiani. Il dg fa loro presente le richieste dei tifosi.
Ore 18,55: Marino chiama a rapporto anche Gargano e Navarro in rappresentanza del gruppo sudamericano. Anche a loro il direttore generale fa presente che i tifosi chiedono il ritorno al ritiro.
Ore 19,00: Marino raduna di nuovo tutti negli spogliatoi, compresi Reja e De Laurentiis, oltre naturalmente a tutti i calciatori.
Ore 20,20: escono tutti dagli spogliatoi, la riunione, durata oltre 1 ora, si è conclusa. Si torna in ritiro a Castelvolturno sin da subito, i volti sono tutti scuri e rabbuiati. Gli unici di tutta la truppa ad accennare un sorriso sono Blasi e Hamsik.
Ore 20,30: il pullman del Napoli lascia finalmente il San Paolo, direzione Castelvolturno, dove proseguirà la clausura.