CON MAZZARRI E PONDRELLI NESSUN INFORTUNIO. O FORSE SI’…

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Alle prime cadute di Benitez era logico aspettarsi che, dalla sera alla mattina, sarebbero spuntate come funghi le inconsolabili vedove di Mazzarri. Non costituiscono certo la maggioranza tra chi segue il Napoli, sia che si tratti di tifosi o addetti ai lavori. Eppure tali soggetti, più o meno rumorosamente, rimpiangono la mancanza del Vate, esagerando quelle che sono le buone doti di un tecnico e spacciandole per poteri taumaturgici (o divini, per dirla alla De Sanctis). Per rendersi credibili non si fermano ai numeri, nel tentativo (inutile, peraltro) di evidenziare che il loro idolo sia più Top Coach del suo collega spagnolo. Essi infatti vanno oltre: atteggiandosi a studenti Isef della prima ora, dissertano di preparazione atletica e sottolineano come i guai fisici patiti dagli azzurri, in primis Higuain e Albiol, siano dovuti all’assenza del livornese e del suo stretto collaboratore dott. Giuseppe Pondrelli. E maledicono i metodi di Don Rafael e del suo nutrito staff.

Non è nostra intenzione polemizzare apertamente in tal senso. Tuttavia, il ‘Partito dei Mazzarriani’ forse farebbe meglio ad allargare il proprio orizzonte e dare un’occhiata a quanto sta accadendo in casa Inter da quando l’umile Walter ha messo piede all’ombra della Madunina. Benché i metodi del suo fido preparatore atletico siano stati esaltati dai colleghi milanesi, e ben prima che iniziasse la nuova avventura, i fatti parlano chiaro. In quattro mesi la Beneamata ha dovuto fare a meno, per periodi di tempo diseguali, di diversi elementi: Campagnaro, Jonathan, Samuel, Kovacic, Kuzmanovic, Obi, Mariga, Chivu e, ultimo in ordine cronologico, il Principe Milito. Tutti alla prese con problemi muscolari più o meno gravi. Nessun trauma provocato da contusioni, nessuna botta rimediata fortuitamente in allenamento: solo guai causati dai muscoli. E la dicitura “dai muscoli” andrebbe sottolineata col rosso, a dimostrare che evidentemente il caro Pondrelli non è così affidabile come ci si aspetterebbe. Eccezion fatta per Hugo Boss, non nuovo ai carichi di lavoro previsti dai codici del Santone, verrebbe da pensare che gli altri sventurati abbiano patito senza dubbio la scarsa abitudine a uno svezzamento che, per quanto meticoloso (perfino nel regime alimentare), prevede un enorme dispendio di energie e molta, moltissima corsa soprattutto nel precampionato. Per giocatori abituati una preparazione diversa, i problemi fisici sono stati inevitabili. E forse, pieno di sé e orgoglioso come al solito, Mazzarri all’inizio non avrà nemmeno tenuto conto di queste grane.

Ben altri sono i motivi che spiegano gli infortuni (pochi, in verità) riguardanti i giocatori del Napoli. Tra questi hanno destato maggior preoccupazione quelli coinvolgenti, appunto, Higuain e Albiol, ai quali accennavamo prima. Una ragione comune: la preparazione non effettuata a Dimaro. Il Pipita è arrivato in Trentino due giorni prima della fine del ritiro, al quale non ha preso parte nemmeno il suo ex compagno al Real, ufficializzato in azzurro solo il 21 Luglio. Tra l’altro il difensore valenciano era reduce dall’impegno soprannumerario in Confederations Cup, con successivo periodo di riposo. E sul suo problema all’adduttore sinistro hanno inciso specialmente i troppi impegni ravvicinati di quest’inizio di stagione: una novità assoluta, per lui che lo scorso anno nelle Merengues era sceso in campo dal 1’ solo 14 volte. E sia Albiol che l’argentino a Madrid svolgevano lavori atletici molto diversi rispetto a quelli effettuati dagli altri partenopei nelle Dolomiti. Inoltre riguardo a Higuain va aggiunto un altro fattore non irrilevante: le sue noie sarebbero retaggio di una lesione muscolare subìta al flessore della coscia destra, risalente a un anno fa. Tale lesione avrebbe lasciato come ‘ricordo’ una cicatrice, la quale sarebbe tornata a dare fastidio, viste le tante partite giocate una dopo l’altra. Se così fosse, guai a prendere sottogamba il problema: basterebbe un po’ di stress, uno scatto troppo irruento, e Gonzalo si ritroverebbe bello che fregato.

Dunque, a cosa la colpa degli infortuni? All’addio di Mazzarri e Pondrelli, gli artefici delle miracolose prestazioni fisiche degli azzurri e della loro scintillante condizione atletica? Certamente no, visti i danni provocati dai due all’Inter. Tutto va chiaramente a sfavore del Vate e del suo braccio destro. Eppure c’è chi continuerà a sostenere l’idea secondo cui una preparazione come quella di Benitez, basata poco sulla resistenza e molto sulla potenza metabolica acquisita tramite il possesso palla, sia inadatta al calcio italiano. Che invece quella dell’umile Walter, tutta fondo e corsa, dia ai giocatori forza e vigore nelle gambe, tanto da dotarli di una forma fisica smagliante, invulnerabile, per nulla soggetta alle ricadute e ai traumi. Massì, lasciamo parlare chi sostiene certe teorie, le quali lasciano il tempo che trovano. E lo lasceranno soprattutto quando il campo testimonierà la loro fragilità e inferiorità.

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