CASO SANTACROCE & MISTERO MANNINI

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Prima di partire per gli USA, De Laurentiis ha lanciato messaggi palesi a chi opera per il mercato azzurro, ai suoi più stretti “collaboratori”, cui fino a qualche mese fa aveva concesso “carta bianca”. Non parla mai a vuoto, il patron, evidentemente turbato dal destino infausto di alcuni suoi investimenti. Pierpaolo Marino, nell’occhio del ciclone già da un po’, ha avuto mandato a vendere, operazione difficile per le condizioni che legano gli atleti in esubero al Napoli e che non sono riproponibili in altri club. De Laurentiis è infastidito dal dover sopportare oneri che ritiene superflui, riguardando gente che “non ci serve”. Zavorre economiche e valutazioni tecniche che sovente hanno lasciato a desiderare. Tuttavia il buon Aurelio non pare intenzionato a perdere Marino, quasi a voler fare in modo che sia egli stesso a risolvere tutte le beghe che ha prodotto.

Due di queste portano i nomi di Fabiano Santacroce e Daniele Mannini. Due casi particolari, calciatori osannati nel mercato di riparazione 2008, messo in disparte il primo, ceduto il secondo a distanza di diciotto mesi. Due giovani di sicuro affidamento, ma che non hanno avuto la riuscita sperata. Soprattutto il difensore ha deluso oltremodo. In campo è stato spesso superficiale e impreciso, fuori si è lasciato prendere troppo la mano. Ha perso così la fiducia di Donadoni e Casiraghi, facendosi scavalcare nelle gerarchie del Napoli e della Nazionale Under 21. “I miei atleti devono essere prima uomini e poi giocatori”, ha spesso tuonato De Laurentiis, Marino ha evidentemente sbagliato la valutazione soprattutto del primo aspetto, il ragazzo si è montato un po’ troppo la testa (convocato anche da Lippi) e rischia la cessione (avallata dal patron) che ad oggi consentirebbe al Napoli di rientrare nell’investimento di qualche mese fa, ma l’anno prossimo -dopo una stagione di panchina- rischierebbe una forte svalutazione. Radiomercato parla di interessi vari per Santacroce, ma di concreto all’orizzonte c’è poco. Ed un motivo dovrà pure esserci. Il difensore si è “venduto” male, la società non ha saputo gestirlo. “La concorrenza fa bene” ha sussurrato l’ex bresciano, tutt’altro che contento della situazione e pronto a partire.

Su Mannini resta il mistero di una cessione troppo avventata. Non è stato errato il suo acquisto, ma di sicuro è parso troppo rapido il suo passaggio (in comproprietà) alla Samp, soprattutto per chi aveva mostrato di poter ricoprire il ruolo di esterno sinistro, sempre vacante nello scacchiere di Donadoni. “A sinistra non prenderemo nessuno”, sottolinea il club. A maggior ragione resta senza spiegazioni questo addio che in pochi si aspettavano e che non crediamo sia stato l’unico modo per arrivare a Campagnaro. Il caso doping si era oramai sgonfiato, anche se il tutto non è mai stato digerito dal patron. Non pare sia un caso che sull’asse Corioni-Marino quest’estate non ci siano stati affari, eppure il dg azzurro aveva messo gli occhi su Viviano, Salomon e Zambrella. Il controverso mercato azzurro delle ultime stagioni si può racchiudere in questi due casi. Certo, ce ne sono altri che sono stati meravigliosi, ma al tirar delle somme De Laurentiis vede rosso. Come il colore di un bilancio eccessivamente gravato dai costi pluriennali di un personale che alla causa azzurra offrirà ben poco.

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