BENVENUTI IN PARADISO

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Niente è più come prima. Il tempo passa, e bastano sei anni di saudade per emozionarsi. E' vero, non capita tutti i giorni di camminare tre metri sopra il cielo, e di arrivarci insieme a persone care in uno stadio che ha scritto pagine di storia. Laddove vecchi marinai con la scorza dura scrissero le prime pagine di un romanzo lungo più di cento anni, un'altra città di mare si è trovata in Paradiso dopo un anno di Purgatorio e due di Inferno.

Caronte l'ha traghettata dalla C1 alla B e San Pietro le ha spalancato le porte dell'Eden, quella serie A che è un mondo nuovo. Un panorama che all'inizio acceca, per una luce intensa alla quale gli occhi dovranno abituarsi in fretta: nel calcio come nella vita, quello che hai fatto fino a ieri conta poco se oggi non dimostri che puoi ripeterlo domani. Questa città è ben consapevole di aver intrapreso un cammino che prevede soltanto passi in avanti. Chi ha costruito questa macchina tre anni fa, ha predisposto il pilota automatico ma non la retromarcia. Ed il pilota automatico, inserito al momento giusto, ha consentito al motore di cantare lasciando la polvere agli avversari. Quella stessa polvere che gli occupanti della vettura hanno inalato nei gironi infernali della terza serie, su campetti infami utili, però, a costruire fisicamente una squadra capace di soffrire. E' stato quello il segreto del successo: i calci e gli sputi patiti nel profondo Sud, gli insulti e le violenze che hanno trasformato in squadra un gruppo di uomini. I solisti hanno formato un coro, ed il Purgatorio si è rivelato la vera (e più comoda) anticamera del Paradiso.

Battezzata dal suo presidente, catechizzata dal suo direttore generale, la schiera degli eletti ha seguito il pastore anche quando il credo di quest'ultimo non veniva accettato dal popolo. Ogni profeta ha il suo vangelo, non tutte le scritture portano alla salvezza. Ma a questa squadra, adesso, non manca nulla per godere della vita eterna: ci è arrivata dopo tre anni in cui ha espiato tutte le pene, e dovrebbe davvero farla grossa per essere sbattuta fuori dal posto appena riconquistato. L'importante, per restarci senza turbare la quiete dell'ambiente e la serenità del popolo, è che le tre anime del gruppo siano in sintonia fra loro. Perché in caso contrario, si dovrebbe cambiare marcia dopo i primi metri: il motore s'incepperebbe, il pilota verrebbe sbalzato dall'abitacolo e non basterebbe quello automatico. Una filosofia vincente è quella che trova il modo di perfezionarsi con il passare del tempo, con la serenità di chi può correggere gli errori camminando a testa alta dopo essere caduto: Jim Morrison cantava che "non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi".

E allora forza, la strada è ancora lunga e non è il momento di fermarsi. Le emozioni non finiscono, perché quei vecchi lupi di mare hanno disegnato altri teatri da sogno dove questa squadra, nel godersi il paradiso, potrà esibirsi. San Pietro lascerà le chiavi a San Gennaro, il popolo invocandolo resterà lì dov'è. Niente è più come prima, tutto è più bello di prima.

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