Aurelio, pensaci … quattro volte (almeno)!
Benitez distrugge Mihajlovic nel posticipo del San Paolo: sostituire Rafa con il serbo sarebbe un netto passo indietro.
Diciamo pure che per qualcuno, o forse per molti, sarebbe stato meglio chiuderlo al 12esimo, questo Napoli-Sampdoria : “Lo squillo dal futuro”, “Il nuovo che avanza”, i titoli più fantasiosi che ci saremmo potuti gustare l’indomani. E’ Napoli contro Sampdoria, ma soprattutto è Benitez contro Mihajlovic, è il luminoso presente contro un futuro (per molti) che, nel caso si concretizzasse, rappresenterebbe un passo indietro, netto, inequivocabile. Più che il 4-2 ,infatti, dovrebbe essere l’abissale differenza di prestazione tra le due compagini a spegnere gli animi di chi vede nel serbo, tutta grinta e poco gioco, il successore di Don Rafè alla guida dei partenopei: scintillante la prova degli azzurri, fatta di qualità, scambi, combinazioni effettuate ormai a memoria, oltre ad un’intensità pazzesca per essere chi, al 26 di aprile, è la squadra ad aver giocato più partite in stagione tra le 20 di serie A. Già, l’intensità, da non confondere con la grinta, la cattiveria, l’agonismo; per capirci, tutto ciò che viene additato come carente nel gioco proposto dallo spagnolo, tutto ciò che viene attribuito al calcio di Mihajlovic, che alla vigilia della sfida aveva dichiarato : “Se i miei ragazzi avranno la metà dell’incazzatura che ho io sarà molto ma molto complicato batterci”. Ecco, diciamo pure che la grinta non basta se non ci si abbina la qualità, che i calcioni non servono se non ci si abbinano le idee, o che più verosimilmente un Mihajlovic di turno non basta per sostituire Rafa Benitez, sotto tutti gli aspetti : nell’esperienza, nella mentalità, nei numeri. Si, perché poi tutto va detto, che Mihajlovic abbia trovato nella Sampdoria la sua prima esperienza positiva da allenatore, a differenza del suo collega spagnolo, idolatrato a Valencia, a Liverpool, piazze calde, importanti, lasciate da trionfatore assoluto; che se oggi si è arrivati a giocare in un certo modo è grazie alla presenza di calibri come Higuain, Callejon, Mertens, di un Insigne messo (e anche qui ci sarebbe tanto ridere su quanto è stato detto e scritto) nelle condizioni ottimali per esprimere al massimo le sue qualità, un calcio che, con tutto il rispetto, sarebbe difficilmente applicabile con calciatori dal profilo diverso. Diciamo anche che Benitez ha impartito l’ennesima lezione di calcio a quanti del suo calcio ne fanno pane quotidiano per critiche che paiono sempre più fuoriluogo. Diciamo anche che De Laurentiis dovrà pensarci bene prima di, eventualmente, sostituirlo con il Mihajlovic di turno; diciamo che, guardando la partita di stasera, dovrà pensarci almeno… quattro volte.