Troppo brutto per essere vero: il Napoli cade a Udine
Gli azzurri giocano la peggior partita della stagione e praticamente dicono addio ai sogni-Scudetto. Legittimo il 3-1 dei friulani. Higuain va a segno invano, Irrati lo espelle ingiustamente. Juve a +6, meglio pensare al secondo posto
UDINESE (3-5-2): Karnezis; Heurtaux, Danilo, Felipe; Widmer, Badu, Kuzmanovic, Bruno Fernandes, Armero (75’ Piris); Thereau (84’ Perica), Zapata (64’ Matos) (Meret, Wague, Edenilson, Pasquale, Ali Adnan, Hallfredsson, Lodi, Iniguez, Balic). All. De Canio
NAPOLI (4-3-3): Gabriel; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan, Jorginho (74’ El Kaddouri), Hamsik; Callejon (58’ Mertens), Higuain, Insigne (72’ Gabbiadini) (Rafael, Reina, Strinic, Maggio, Regini, Chiriches, Valdifiori, David Lopez, Chalobah). All. Sarri
Arbitro: Irrati (Pistoia)
Guardalinee: De Luca (Pescara) – Schenone (Genova)
Arbitri addizionali: Massa (Imperia) – Fabbri (Ravenna) 45’ Bruno Fernandes (U)
IV uomo: Meli (Parma)
Marcatori: 13’ rigore Bruno Fernandes (U), 24’ Higuain (N), 46’ Bruno Fernandes (U), 57’ Thereau (U).
Ammoniti: Koulibaly, Ghoulam e Mertens (N), Heurteaux, Kuzmanovic, Bruno Fernandes e Widmer (U).
Espulsi: Sarri e Higuain (N).
Recupero: 2’ pt, 6’ st.
Note: Espulso Jorginho (già ammonito in campo) dalla panchina per proteste
Angoli: 6-2 per il Napoli.
Il Napoli più orrendo e indecifrabile dell’anno saluta lo Scudetto. A meno di colpi di scena, ovviamente, perché nel calcio nulla è impossibile. Ma la banda azzurra vista oggi a Udine ha mostrato in tutto e per tutto inferiorità e pecche che la differenziano ancora un bel po’ dalla Juventus. E il fatto che i friulani abbiano giocato più alla morte di quanto non abbiano fatto contro Madama c’entra poco: roba per chi ama i complotti facili (anche se a pensare male, talvolta …). Il Napoli di oggi è stato bruttissimo, inguardabile, pessimo. Come vedete, si sprecano gli aggettivi per criticare negativamente gli azzurri. Tra i quali hanno sbagliato quasi tutti, con poche eccezioni. A partire dallo stesso Sarri, testardo nel voler schierare la stessa rosa anche dopo gli impegni dei Nazionali. E nel non attuare i cambi nei tempi e modi adatti. Inutile gettare la croce addosso al povero Gabriel, ma è un dato di fatto che senza il lider maximo Reina la squadra manca di un’impalcatura maestra. E di conseguenza cade in letargo tutta la squadra, difesa in testa: malissimo Koulibaly, Ghoulam e Albiol, per tacere di un volenteroso Hysaj. Allan in mediana è stato l’unico a salvarsi, mentre lì davanti Higuain ha predicato nel deserto e segnato la sua trentesima rete personale prima di venire ingiustamente espulso. Lui, unico a lottare contro la pimpante Udinese di Gigi De Canio. Li conosceva bene i partenopei, il bravo tecnico materano: li ha commentati per mesi dalle Tv private del Golfo. I suoi ragazzi però hanno messo tutto l’impegno possibile per regalarsi una giornata di gloria, e mandare il Ciuccio all’inferno.
IL NAPOLI PIU’ BRUTTO … – Pepe alla fine ha dovuto arrendersi: il problema ai gemelli lo induce a non rischiare, sicché posto fa il suo debutto in campionato Gabriel. Per il resto è il solito Undici di Sarri, senza variazioni. Sul fronte bianconero De Canio mischia una sola carta rispetto al pari col Sassuolo: Badu per Hallfredsson. Armero e Widmer stantuffano sulle fasce, Bruno Fernandes supporta mediana e trequarti, Kuzmanovic fa legna in mezzo e avanza. Il tutto innestato su un pressing molto alto e marcature a uomo, ma anche su un giro palla a tutto campo, al quale contribuisce la punta Thereau scalando spesso dalla prima linea. E’ una partita rognosa per un Napoli, che a centrocampo ha le fonti prosciugate dai francobolli bianconeri e si muove poco in attacco e sulle fasce. E lo diventa ancor di più quando prima Insigne e Ghoulam vanno molli su Widmer, poi Koulibaly frana sul penetrante Badu: rigore netto (con giallo al senegalese). E Bruno Fernandes, uno che al Napoli ha già fatto male, indovina dal dischetto l’angolo basso: Gabriel ci arriva, invano. La rete mette le ali ai piedi ai friulani e stordisce i partenopei. L’imprendibile Widmer manda al manicomio Ghoulam, Fernandes legge l’azione con Hysaj e Albiol ad aprirgli la porta: la conclusione in piena area finisce alta di poco (16’). Il Ciuccio sembra impreciso e nervoso, precipitoso persino nelle rare occasioni in cui l’Udinese commette errori. Non però al 24’: Insigne fa come Causio in Italia-Francia ’78 ribattendo il traversone di Callejon, Higuain arriva dal limite e spara una cannonata imprendibile per Karnezis. Prima di due-tre minuti di apnea mista a scintille. Prima Widmer, ancora lui, viene toccato da Ghoulam da dietro e accentua la caduta: altro penalty (e altro giallo). Stavolta però Gabriel fa la voce grossa: neutralizza Fernandes e si oppone al tapin di Felipe. Poi Irrati fischia in maniera forse fiscale un fallo di Callejon su Armero: i due litigano e fanno pace, Sarri invece si arrabbia e l’arbitro lo caccia dal campo. Il secondo di Reina si esalta pure al 33’, allorquando impedisce a Zapata di sfruttare al meglio la rovesciata dell’indisturbato Badu. Indisturbato è lo stesso ex attaccante azzurro al 35’: colpo di testa su cross di Felipe, fuori. In precedenza aveva dovuto ridestarsi anche Karnezis nello stoppare un’incursione di Callejon in una delle poche disattenzioni della retroguardia friulana. Briciole rispetto ai grossolani errori di indolenza commessi dal Napoli. Ai quali si aggiunge anche quello, fatale di un Gabriel fin lì protagonista. Il portiere liscia su retropassaggio di Ghoulam e si ostina a voler chiudere su Zapata con Koulibaly già in zona, Duvan punta il radar sul solito Fernandes e il lusitano si alza in volo colpendo in rovesciata: goal a porta vuota. La punizione più giusta, ancorché inattesa, per il Napoli più brutto e abulico dell’annata. La punizione che finirà per decidere, de facto, l’intera posta in palio
…FINO ALLA FINE – E difatti nella ripresa tali rimangono gli azzurri: brutti, sporchi e cattivi. Attaccano per inerzia, non foss’altro perché l’Udinese può concedersi il lusso di agire di rimessa. Ma in difesa sono perennemente in fase rem. Tipo Koulibaly in contrasto con Zapata, e il senegalese sarebbe degno di espulsione se Irrati non lo graziasse per la spinta sull’armadio colombiano. L’illusione di una remuntada svanisce definitivamente (e giustamente) al 57’. Widmer innesta la quarta bruciando Ghoulam, sul suo traversone Gabriel non accenna all’uscita e Albiol va molle su Thereau: destro al volo, fine dei giochi. Il Napoli cade nel marasma, è un sogno intero ad andarsene via oltre al match odierno. A Higuain viene segnalato un offside inesistente, il ravviva il sangue azzurro. Nemmeno quando i friulani cedono gli ormeggi si sfruttano le chances: Insigne va in pressing su Felipe, sprecando a pochi passi (67’). E nemmeno funziona il trust del doppio centravanti, con l’entrata di Gabbiadini in luogo del frattese. Soprattutto perché Irrati vede (lui solo …) una tacchettata di Higuain su Felipe. Gonzalo viene espulso, ma ci mette un bel po’ per uscire dal campo visto che inveisce sull’avversario a terra e contro mezza squadra friulana. Più a ragione che a torto, e tra le lacrime quasi. Il match diventa nervoso a caotico, il fischietto pistoiese perde la trebisonda e mette sul taccuino anche Fernandes e Widmer per falli cattivi e gratuiti, e Mertens per simulazione. Il tutto mentre i sostenitori casalinghi sfottono in maniera ironica, benché insulsa, gli ospiti (“Vincerete il Tricolor”, urlano). Paga del risultato ottenuto con pieno merito, l’Udinese ritira gli ormeggi. Non del tutto però, visto che di tanto in tanto le sue frecce scorrazzano piacevolmente sulle corsie laterali per poi pungere con pericolosi traccianti in area. L’orgoglio ferito e umiliato partenopeo è tutto in due colpi di testa: uno di El Kaddouri bloccato da Karnezis (82’), l’altro di Hamsik di poco a lato su corner (85’). Troppo poco per rendere meno amara l’ora di pranzo. La banda De Canio difende il successo senza affannarsi, anzi chiudendo in avanti. Del resto neanche a fronte del mastodontico recupero (sei minuti) gli spompati ragazzi di Sarri abbozzano la replica. Un Napoli senza seconde linee all’altezza, e privo di uno dei suoi due leader, non può contendere alla Juve il primato. Può provarci tra dodici mesi e con una rosa più attrezzata, chissà. Cert’è che ora restano sette partite alla fine e un secondo posto da mettere in cassaforte. Obiettivo possibile, altroché. Non prima però di aver azzerato in fretta la domenica più brutta del 2016.