TIFOSI INGRATI CON SIMONI
Domenica scorsa, prima e durante la gara contro la Lucchese, la curva B ha ingiuriato ripetutamente con cori ed uno striscione ad inizio partita l’allenatore avversario Gigi Simoni.
Il mister ha lasciato un ottimo ricordo a Napoli, nelle due esperienze che ha vissuto sulla panchina azzurra, sia dal punto di vista professionale che umano. Sfiorò la conquista della coppa Italia e si posizionò nelle prime posizioni in serie A nel girone di andata nell’era Ferlaino, e rimediò alla meno peggio una stagione fallimentare nell’ultimo anno di serie B della defunta società sportiva calcio Napoli nella sua seconda esperienza. Ce lo ricordiamo, inoltre, sempre obiettivo e pacato nelle sue esternazioni, oltre che sempre dignitoso e corretto: un vero signore insomma.
Ma una frangia degli ultras della curva B (che poi riesce a coinvolgere l’intera curva) sostiene che Simoni è stato responsabile al fallimento del Napoli di Naldi perché non ha firmato, insieme ai calciatori, le liberatorie per l’iscrizione al campionato di serie B della stagione 2003/04. Da allora, per la cronaca, si aprì il fallimento della società che poi sappiamo a cosa ha portato.
Probabilmente i tifosi sono bene informati e Simoni come i calciatori di quel Napoli non hanno fatto l’ultima disperata mossa per cercare di salvare la società di allora alla deriva.
Ma talvolta ci dimentichiamo che gli allenatori come i calciatori svolgono un mestiere, e per quel mestiere hanno diritto ad uno stipendio. Poco importa se gli stipendi sono faraonici: qualsiasi impiegato che firma un contratto ha degli obblighi così come dei diritti: loro giocato a calcio oppure, nel caso di Simoni, allenano, la società deve pagarli.
Tra l’altro, ricordo benissimo che in quell’ultimo disgraziato anno del Napoli del presidente Naldi, Simoni e i giocatori non percepirono lo stipendio per l’intera stagione sportiva nonostante siano sempre scesi in campo, e se non hanno firmato le liberatorie lo hanno fatto dopo che in sette – otto mesi da Naldi avevano ricevuto promesse e nulla più.
Siamo dei sentimentali noi napoletani, e giustamente osanniamo chi per il Napoli dà tutto e rinuncia a tutto solo e soltanto per amore dei colori. Ma non da tutti ci si può aspettare un simile comportamento che rappresenta una cosa speciale, riservata a pochi eletti, che poi diventano degli eroi così come, senza scomodare il più grande giocatore di tutti i tempi, è successo con l’ultima bandiera azzurra Stefan Schwoch.
Dunque rispetto per Simoni, un professionista che ha ottenuto a Napoli risultati importanti, ed un uomo che con Napoli ed i Napoletani è sempre stato esempio di correttezza.