LIPPI E SACCHI FATTORE C O F AL MUNDIAL

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Immaginiamo che Totò ed il presidente Pertini, due personaggi cari alla nostra memoria, abbiano assistito all’incontro tra Italia ed Australia.

Il primo, notando i caroselli di auto a fine gara, avrebbe pensato: "Ragazzi, qui scherziamo o facciamo sul serio?!", il secondo, con il suo fare burbero, di sicuro avrebbe ripetuto con le mani quel gesto d’insofferenza tipicamente napoletano con il quale aveva manifestato la sua insoddisfazione durante l’intervallo della finale ‘82 Italia-Germania: "Ma che cosa state facendo?!".

Se questa è l’Italia in corsa per i mondiali in Germania, la nazionale che con il suo gioco dovrebbe riabilitare il calcio italiano agli occhi del mondo, non ci siamo proprio.

Contro l’Australia, negli ottavi, si è sofferto troppo passando con un rigore nell’ultimo minuto di recupero. Con un rigore molto dubbio, di quelli che se ci fossero stati assegnati contro avrebbero sollevato un oceano di polemiche.

Il neointerista Grosso concludeva una stupenda azione personale inciampando sul difensore Neill entrato a vuoto in scivolata.

Gli australiani e chiunque intenda il calcio alla maniera anglosassone ritiene tale penalty semplicemente ridicolo; il giocatore italiano non ha saltato l’uomo, ci è "sbattuto" contro procurandosi così la massima punizione.

Quelli dotati di uno spirito di osservazione particolarmente fine avranno notato come Grosso abbia iniziato ad esultare non appena caduto a terra; Totti ha trasformato il rigore, Italia ai quarti e tutti in strada a festeggiare.

Si è parlato di fortuna, di fattore "C", di fattore "F", e la memoria torna allo storico Italia-Nigeria 2-1 di Usa ’94, quando nacque il cul de Sac.

L’Italia perdeva 0-1 contro gli africani – allora considerati astri nascenti – e se al triplice fischio il risultato fosse rimasto tale gli azzurri potevano solo dire bye-bye avendo già perso la gara d’esordio contro l’Eire.

Ci pensò il Divin Codino a pareggiare al 94’ con un raso terra a fil di palo e con un rigore ai supplementari.

La fortuna, a ben vedere, accomuna le vittorie contro Nigeria e Australia, non certo il cardiopalmo, tirato fuori a sproposito da alcuni critici dopo la partita di Kaiserslautern; è stata una gara noiosissima, quale cardiopalmo?

La tensione è un’altra cosa, volete mettere Italia-Germania 4-3 o la vittoria per 3-2 contro il Brasile? Siamo seri…

Va detto che è stata dubbia anche l’espulsione di Materazzi che ha condizionato non poco la gara degli azzurri come ingiusta fu l’espulsione di Zola proprio contro la Nigeria.

Ai quarti ci aspetta l’Ucraina di Shevchenko, avversaria non irresistibile ma con quest’Italia non si sa mai. Mettiamola così: due mondiali iniziati male non senza polemiche, due finali disputate di cui una vinta, perché non potrebbe ripetersi anche ora l’incantesimo?

La squadra ha però bisogno di una robusta scrollata altrimenti dopo la partita contro la prima degna avversaria si vedrà recapitare una cartolina con scritto un bel AUF WIEDERSEHEN sottolineato in nero, rosso e giallo.

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